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Sacra Famiglia

Oggi la Chiesa celebra il mistero della Sacra Famiglia, modello di vita vissuta per ogni famiglia, perché è stato nella Santa Casa di Nazareth che si è compiuto l’avvenimento immenso di «poter amare Dio e amare il prossimo con un unico indivisibile gesto!» (padre A.M. Sicari)

Santo del giorno 31_12_2023 English Español

«Il Natale ci ha già mostrato la Sacra Famiglia raccolta nella grotta di Betlemme, ma oggi siamo invitati a contemplarla nella casetta di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il fanciullo Gesù. Possiamo immaginarla facilmente (gli artisti l’hanno fatto spesso) in mille situazioni e atteggiamenti, mettendo in primo piano o la Vergine santa accanto al suo Bambino, o il buon san Giuseppe nella bottega di falegname dove il fanciullo impara anche il lavoro umano, giocando». Le parole di padre Antonio Maria Sicari ci aiutano a presentare il grande mistero celebrato oggi, la Sacra Famiglia, stella polare per ottenere quella salvezza e beatitudine eterna che Gesù ci ha offerto incarnandosi nella pienezza dei tempi, scegliendo appunto una famiglia per fare il suo ingresso nella storia dell’uomo.

Ma in che modo la Sacra Famiglia si offre come modello di vita vissuta per ogni comunissima famiglia di oggi? Citiamo ancora padre Sicari: «Possiamo anche intuire l’avvenimento immenso che a Nazareth si compie: poter amare Dio e amare il prossimo con un unico indivisibile gesto! Per Maria e Giuseppe, infatti, il Bambino è assieme il loro Dio e il loro prossimo più caro. Fu dunque a Nazareth che gli atti più sacri (pregare, dialogare con Dio, ascoltare la sua Parola, entrare in comunione con Lui) coincisero con le normali espressioni colloquiali che ogni mamma e ogni papà rivolgono al loro bambino. Fu a Nazareth che gli “atti di culto dovuti a Dio” (quegli stessi che intanto venivano celebrati nel grandioso tempio di Gerusalemme) coincisero con le normali cure con cui Maria vestiva il Bambino Gesù, lo lavava, lo nutriva, assecondava i suoi giochi. Fu allora che cominciò la storia di tutte le famiglie cristiane, per le quali tutto (gli affetti, gli avvenimenti, la materia del vivere) può essere vissuto come sacramento: segno reale e anticipazione di un amore Infinito».

Nella Sacra Famiglia trovano quindi compimento, al massimo grado, i due comandamenti dell’amore, dai quali «dipende tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40). Gesù (il Figlio di Dio e Creatore increato), Maria (la prima credente in Lui) e Giuseppe (il primo devoto di Maria) ci indicano che la famiglia è immagine della Santissima Trinità, ed è perciò chiamata - per riflettere quest’immagine - a mettere al centro Dio. Maria e Giuseppe, gli esempi più alti per ogni madre e padre su questa terra, furono i primi ad adorare il Verbo incarnato - quel divin Bambino, a sua volta esempio per ogni figlio, che crebbe in sapienza, età e grazia (Lc 2,52) nell’obbedienza ai suoi genitori - e adorandolo santificarono ogni loro giornata, accrescendo potentemente la loro capacità di amare. Come disse il venerabile Fulton Sheen in una splendida catechesi rivolta agli sposi: «L’esempio di Maria e Giuseppe vi serva per comprendere che il più grande errore di una coppia sposata è credere che per il matrimonio siano necessarie solo due persone: lui e lei. No! Ne servono tre: lui, lei e Dio».

Poiché la famiglia, fondata dall’eternità sull’unione indissolubile tra un uomo e una donna, è il luogo primario di trasmissione della fede, vera piccola chiesa domestica, si comprende il motivo per cui il demonio la voglia distruggere e come stia intensificando gli attacchi (vedi la cultura che ha prodotto le leggi su divorzio, aborto, fecondazione artificiale, unioni gay, eutanasia, ecc.) per riuscire nel suo intento, che il compianto cardinale Carlo Caffarra ha efficacemente definito «anti-creazione». Come suor Lucia di Fatima predisse intorno al 1983-84 in una lettera autografa allo stesso Caffarra: «Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E coloro che lavoreranno per il bene della famiglia sperimenteranno la persecuzione e la tribolazione. Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa».

La preghiera, specialmente il Rosario in famiglia, è con il digiuno l’arma più grande che Dio ci ha lasciato per vincere il nostro combattimento spirituale. E visto che nella vita di ogni cristiano non può mancare l’affidamento alle tre persone della Sacra Famiglia, ci piace concludere con un’antica e semplice giaculatoria che si può recitare all’inizio e alla fine di ogni giornata: «Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia».