Saba, la giovane cristiana rapita in Pakistan, è stata liberata
È tornata a casa dopo settimane di ansia. Era stata sequestrata per strada a Faisalabad da due musulmani mentre stava andando al lavoro
Arriva dal Pakistan la buona notizia che la scorsa settimana è stata liberata e ha fatto ritorno in famiglia Saba, la ragazzina cristiana di 15 anni che era stata rapita da due musulmani il 20 maggio a Faisalabad. L’intenzione era di costringerla, lei come è successo a tante altre giovani cristiane, a convertirsi all’Islam e probabilmente a sposare uno dei due rapitori. A darne l’annuncio è stata l’associazione National Minorities Alliance of Pakistan (Nmap) che ha seguito il caso. In favore di Saba la Nmap e la Human Rights Focus Pakistan avevano organizzato dei sit in. Quest’ultima associazione nel corso degli anni è riuscita a far tornare a casa altre ragazze rapite tra cui Shheza Maqsood, Shahnaz Bini e Nida Sohail. Purtroppo sono molte quelle che invece restano per sempre nelle mani di chi le ha sequestrate e questo anche perché le forze dell’ordine spesso sono reticenti a perseguire i colpevoli e molti giudici cercano di far cadere i casi ed emettono giudizi che danno ragione ai rapitori, nonostante le testimonianze e le prove a carico. Per questo la Nmap ha inoltrato una lettera di ringraziamento alla polizia di Faisalabad per il contributo dato alla liberazione della piccola Saba, lettera nella quale sollecita le forze dell’ordine a trattare i casi di sequestro di minori appartenenti a minoranze religiose con più solerzia e imparzialità. Saba stava andando a lavorare insieme a sua sorella, di buon mattino, quando Muhammad Yasir e Muhammad Riaz, due musulmani di oltre 40 anni, l’hanno afferrata e caricata su un auto-rickshaw.