Russia, attacco con nuovo missile e minaccia di un conflitto globale
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L'area di Dnipro in Ucraina colpita dal nuovo missile ipersonico Oreshnik: un avvertimento agli Stati Uniti dal presidente russo Putin, che considera i lanci ucraini di missili USA in territorio russo alla pari di un attacco diretto anglo-americano. L'incredibile silenzio dell'Unione Europea.
Non ci sono "dubbi" sul fatto che Washington abbia compreso l'avvertimento del presidente russo, Vladimir Putin, dopo l'attacco lanciato contro l'Ucraina con un missile balistico ipersonico a medio raggio. «Non abbiamo dubbi che l'attuale amministrazione di Washington abbia avuto la possibilità di familiarizzare con questo annuncio e di capirlo», ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo l'attacco sull’area industriale della città ucraina di Dnipro lanciato con un missile balistico ipersonico a medio raggio.
Un attacco che il 21 novembre ha costituito la risposta russa agli attacchi missilistici effettuati nei giorni precedenti dalle forze ucraine con il supporto anglo-americano con missili ATACMS e Storm Shadow su obiettivi situati nelle regioni russe di Bryansk e Kursk.
L’attacco russo è stato condotto con una salva di missili diretti contro lo stabilimento della società aerospaziale ucraino Yuzhmash, che produce componenti missilistici nell'area industriale di Dnipro: sono stati impiegati 7 missili da crociera KH-101, un ipersonico Kh-47M2 Kinzhal e un missile balistico ipersonico a medio raggio identificato dagli ucraini come RS-26 Rubez. Un vettore sviluppato negli ultimi 20 anni, derivato dall’intercontinentale RS-24 Yars (che è più grande) e che sarebbe entrato da poco in servizio. Al suo primo impiego in contesti reali è stato concepito per imbarcare testate atomiche multiple e manovrabili ma sarebbe stato impiegato a Dnipro equipaggiato con testate esplosive convenzionali, quindi a puro scopo dimostrativo e deterrente.
Un’arma che ha permesso ai russi di mostrare i muscoli evocando il possibile impiego di armi atomiche in risposta ai missili anglo-americani che cadono sul territorio russo, in ossequio all’ultima revisione della dottrina nucleare russa.
Il missile è partito probabilmente da un lanciatore mobile dalla regione di Astrakhan, a un migliaio di chilometri da Dnipro: l’RS-26 ha un raggio d’azione di 6mila chilometri sufficienti a oltrepassare il limite del 5.500 che contraddistinguono i missili balistici a raggio intermedio vietati in Europa dall’ Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (INF).
Il trattato del 1987 mise al bando i missili da crociera e balistici lanciati da terra, nucleari e convenzionali, con raggio d’azione tra i 500 e i 5.500 chilometri (quindi a corto e medio raggio). Gli Stati Uniti si ritirarono dall’INF nel 2018, durante l’Amministrazione Trump, accusando la Russia di averlo violato.
Vladimir Putin, in un discorso televisivo alla nazione, ha detto che «in condizioni di combattimento è stato testato uno dei più recenti sistemi missilistici russi a medio raggio, un missile balistico ipersonico non nucleare», ha detto il presidente precisando che l’arma è stata chiamata Oreshnik e aggiungendo che la Russia continuerà a testarlo in questo conflitto scegliendo gli obiettivi «sulla base delle minacce alla sicurezza della Federazione Russa», ma avvertendo in anticipo i civili perché abbandonino le aree che potrebbero essere attaccate.
Secondo Putin «i test hanno avuto successo, l'obiettivo del lancio è stato raggiunto. Sul territorio dell'Ucraina, nella città di Dnepropetrovsk, è stato colpito uno dei più grandi complessi industriali conosciuti fin dai tempi dell'Unione Sovietica, che ancora oggi produce tecnologia missilistica e altre armi».
Un video circolato sui canali Telegram mostra sei ordigni cadere verticalmente uno dopo l'altro al suolo, secondo alcuni osservatori forse dopo essersi separati dal missile, che sarebbe quindi capace di portare testate multiple. Non si può però escludere che il video riprenda anche l’impatto degli altri missili, Kh-101 e Kinzhal, impiegati nell’attacco.
Putin ha affermato che il permesso dato dagli USA e dalla Gran Bretagna a Kiev di attaccare in profondità il territorio russo con i missili da loro forniti ha fatto assumere al conflitto «un carattere globale», e Mosca si riserva il diritto di colpire anche le infrastrutture militari di Washington e Londra. «Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono l'impiego delle loro armi contro le nostre strutture. E in caso di un'escalation di azioni aggressive, risponderemo in modo deciso e simmetrico. La Russia è pronta a risolvere pacificamente tutti i problemi, ma è pronta anche a qualsiasi sviluppo degli eventi».
Putin ha detto che tale missile ipersonico non è intercettabile dai sistemi di difesa aerea avversari. Valutazione confermata anche dall’intelligence ucraino che ha reso noto che l’arma russa ha raggiunto una velocità di oltre 11 volte quella del suono ed era dotata di 6 testate esplosive indipendenti.
Da Washington il portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha risposto che «sono i russi ad aver provocato un'escalation in Ucraina», ribadendo comunque che per il momento gli Stati Uniti «non hanno motivo» di modificare la loro dottrina nucleare, «come invece ha fatto Mosca».
L'impiego da parte della Russia di un nuovo missile balistico a medio raggio contro l'Ucraina «non altererà il corso del conflitto o la determinazione degli alleati della Nato a sostenere l'Ucraina», ha dichiarato il portavoce dell'Alleanza Atlantica Farah Dakhlallah. «La Russia ha lanciato un missile balistico sperimentale a medio raggio contro l'Ucraina. Questo è l'ennesimo esempio di attacco della Russia alle città ucraine. La Russia sta cercando di terrorizzare la popolazione civile in Ucraina e di intimidire coloro che sostengono il Paese», ha dichiarato.
A conferma del valore deterrente della risposta russa, prima di lanciare il missile Mosca ha avvertito gli Stati Uniti, onde evitare fraintendimenti nel momento in cui fosse stato rilevato dagli statunitensi il lancio di un vettore strategico per l’impiego di armi atomiche.
Il portavoce del Pentagono, Sabrina Singh ha confermato che «gli Stati Uniti sono stati pre-allertati poco prima del lancio» aggiungendo che l’arma impiegata è «un missile balistico sperimentale a raggio intermedio sul modello di missile balistico intercontinentale russo RS-26 Rubezh».
Nel messaggio alla nazione, Putin ha anche riferito che gli attacchi effettuati contro obiettivi nelle regioni russe di Bryansk e Kursk il 19 e 20 novembre con sei missili ATACMS e un numero imprecisato di missili da crociera Storm Shadow «sono stati respinti».
Fonti di Mosca avevano riferito che dei 6 ATACMS impiegati 5 erano stati abbattuti e uno danneggiato ma ieri una nota del ministero della Difesa russo ha reso noto che «la difesa aerea ha abbattuto due missili da crociera Storm Shadow di fabbricazione britannica» senza precisare se e quanti altri abbiano raggiunto il bersaglio come sostiene Kiev.
L'ambasciatore russo nel Regno Unito, Andrei Kelin, ha detto in un'intervista a Sky News che «la Gran Bretagna è ora direttamente coinvolta nella guerra» contro l'Ucraina. Il tema del coinvolgimento diretto di Londra e Washington nel conflitto è giustificato dal fatto che gli ucraini non impiegano da soli i missili ATACMS e Storm Shadow ma contano sul supporto di tecnici militari anglo-americani.
Come molti osservatori occidentali anche in Russia molti spiegano il via libera di Washington a colpire il territorio russo con le dispute interne agli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha detto ieri che l'amministrazione americana uscente di Joe Biden vuole «giocare sporco» nel conflitto in Ucraina per «lasciare una eredità più negativa possibile alla prossima amministrazione. Sembra che questo desiderio di farla sporca sia manifesto nell'attuale situazione».
Nel duello ai limiti della deterrenza tra angloamericani e russi stona ma non sorprende il silenzio dell’Europa, che pure diverrebbe campo di battaglia anche in caso di un conflitto nucleare.
Lo scambio di lanci missilistici degli ultimi giorni ha avuto un pesante impatto sui costi energetici: ieri le quotazioni petrolifere hanno superato i 70 dollari al barile e ad Amsterdam il gas ha superato i 49 euro al megawattora, la quotazione massima da un anno a questa parte. Un incubo per l’Europa in recessione e con l’inverno alle porte.
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