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IL PUNTO

Russi avanti piano nel Donbass, scandali per corruzione a Kiev

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Avanzata delle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv mentre la battaglia simbolo di Bakhmut vede le forze ucraine quasi completamente circondate. Intanto escono fuori nuovi casi di corruzione in Ucraina, con funzionari del governo che speculano su viveri e armi per le truppe. A rischio anche il ministro Reznikov, fedelissimo di Zelensky.
- INVIO ARMI E DIRITTO INTERNAZIONALE, di Daniele Trabucco

Esteri 06_03_2023

Le truppe russe continuano ad avanzare nel Donbass su diverse direttrici. A nord, nella regione di Kharkiv si stanno avvicinando a Kupyansk che era stata conquistata dai russi nella prima fase della cosiddetta "operazione militare speciale" per poi tornare sotto il controllo delle forze ucraine lo scorso settembre.

Qui Kiev ha ordinato nei giorni scorsi l’evacuazione dei civili, segnale che indica l’avvicinarsi dei russi giunti ormai ai sobborghi della città e che avanzano anche verso Lyman, altro caposaldo abbandonato nel settembre scorso. Nella regione di Donetsk i russi stanno procedendo verso Siversk e hanno ormai quasi completamente circondato le truppe ucraine a Bakhmut, settore da dove agli ucraini restano poche opportunità per potersi ritirare poiché le truppe russe si spingono verso ovest da nord e da sud della città ma sembrano voler lasciare aperta una via di fuga al nemico per evitare di dover combattere metro per metro nel centro urbano.

Anche il bollettino quotidiano dell’intelligence britannico evidenziava sabato che ”nelle ultime 36 ore sono stati distrutti due ponti chiave a Bakhmut, compreso un ponte vitale che collega la città all’ultima principale via di rifornimento da Bakhmut alla città di Chasiv Yar. Le vie di rifornimento in mano agli ucraini sono sempre più limitate”.
Anche il ritiro dalla città di un reparto ucraino di droni sembra indicare l’intento ucraino di evacuare la roccaforte sotto attacco da molti mesi anche se altre fonti ucraine rivelano che verso il settore di Bakhmut stanno confluendo altre riserve oltre alle tante già sacrificate da Kiev in una battaglia dal valore non solo militare ma anche politico e simbolico.

Il fondatore e leader del Gruppo Wagner, Evgeny Prigozhin, in un video ha dichiarato che le forze russe hanno praticamente circondato la città (per i russi Artyomovsk), invitando il presidente ucraino Volodymir Zelensky a evacuare anziani e bambini e a offrire ai militari l’opportunità di lasciare la città.

La caduta di Bakhmut e di Siversk imporrebbe agli ucraini di provare a difendere gli ultimi territori della regione di Donetsk in loro possesso lungo la linea Slovyansk-Kramatorsk ma una eventuale avanzata russa più a nord (regione di Kharkiv) o a est (regione di Zaporozhye, potrebbe compromettere anche questa possibilità.

Per ora i russi procedono lentamente e non è chiaro se si tratti di una precisa scelta o della impossibilità a imprimere una “spallata” all’intero fronte. Non si può neppure escludere che Mosca sia interessata per ora a mantenere una pressione offensiva su tutti i fronti per togliere ogni iniziativa al nemico, saggiarne le postazioni difensive per individuare il punto più debole e indurlo a impiegare le riserve che Kiev avrebbe voluto ammassare per una offensiva più volte annunciata. Iniziativa diretta a puntare su Mariupol per separare la Crimea e la regione di Kherson dal Donbass spezzando la continuità del fronte russo e minacciando la Crimea.

A Soledar e Bakhmut gli ucraini hanno già sacrificato molte delle loro migliori brigate in ossequio agli ordini del presidente Volodymyr Zelensky di non cedere un metro di territorio ma lo stato maggiore di Kiev continua a costituire nuove brigate per il “contrattacco di primavera” impiegando le reclute appena arruolate con il sesto ordine di mobilitazione e più di 10mila soldati addestrati in Polonia, Germania, Repubbliche Baltiche e Gran Bretagna.

Forze che secondo alcune analisi permetterebbero di alimentare le 16 nuove brigate in fase di costituzione da equipaggiare con i nuovi mezzi in arrivo che includono quelli occidentali, come i carri Leopard 2 (i primi 10 sono già arrivati dalla Polonia) e Challenger e i veicoli da combattimento Bradley, ma pure quelli di tipo russo/sovietico che gli anglo-americani stanno cercando di reperire in tutto il mondo per alimentare le forze ucraine, anche se permangono dubbi circa l’effettivo addestramento al combattimento di questi reparti composti da reclute con non più di due o tre mesi di formazione alle spalle.

A minare il morale degli ucraini contribuiscono, oltre alle pesanti perdite subite, anche i continui scandali legati alla corruzione del governo centrale e delle amministrazioni locali. Dopo le dimissioni o l’arresto di funzionari che pagavano i viveri per le truppe da 7 a 10 volte il loro valore di mercato, è emerso che dirigenti del ministero della Difesa praticavano le stesse speculazioni sull’acquisto all’estero di medicinali, indumenti ed equipaggiamento per le forze militari.
Un ulteriore scandalo che scuote il ministero della Difesa e che questa volta potrebbe vedere la rimozione del ministro Oleksji Reznikov, fedelissimo di Zelensky e per questo finora risparmiato dalle “purghe”.

È inoltre venuto a galla anche il sistema illegale che ha consentito a moltissimi uomini ucraini in età di arruolamento (e benestanti) di ottenere i permessi per lasciare il paese e rifugiarsi in Europa sfuggendo alla chiamata alle armi.
Il governatore della regione di Lviv (ai confini con la Polonia), Maxim Kozitsky, ha rilasciato 60.000 permessi di uscita pagati “informalmente” dai 3 ai 7 mila euro l’uno incassando quindi da 180 a 420 milioni. Le indagini si stanno allargando anche ad altre regioni ucraine di confine e del resto questa pratica illecita era facilmente intuibile fin dallo scorso anno, quando in primavera circolarono voci circa i “pedaggi” da pagare per poter uscire dall’Ucraina e quando in molti paesi europei si notò tra i profughi la presenza di troppi uomini tra i 18 e i 55 anni ai quali non era consentito lasciare l’Ucraina.

Per chi non ha potuto pagare migliaia di euro, sfuggire all’arruolamento è oggi sempre più difficile considerato che Kiev sta raschiando il fondo del barile per compensare le perdite subite in morti e feriti.
Secondo stime francesi lo schieramento militare ucraino (Forze Armate, Forza Territoriale e Guardia Nazionale) è composto in totale di 1,3 milioni di uomini con 106 brigate di cui 6 corazzate per un massimo di 700 battaglioni di fanteria e 35-40 battaglioni di carri armati. Una stima che include anche circa 30 mila combattenti occidentali che operano al fianco degli ucraini.
Non tutti gli arruolati sono del resto impiegabili in compiti di prima linea e soprattutto la Forza Territoriale è composta spesso da personale non più giovane il cui impiego è concepito per la difesa della propria città o villaggio.

La carenza di mezzi, armi pesanti e soprattutto di munizioni e personale addestrato ed esperto rischia di costituire un combinato di vulnerabilità per l’esercito ucraino impegnato a reggere per quanto possibile agli attacchi russi bruciando però le riserve con cui vorrebbe contrattaccare.
Di certo le temperature più tiepide che si registrano durante il giorno stanno già trasformando intere regioni in un mare di fango e questo significa che operazioni su vasta scala con ampio impiego di mezzi pesanti non saranno attuabili indicativamente tra metà marzo e metà aprile.
Intorno a inizio maggio sarà quindi probabilmente possibile comprendere se i due contendenti - o uno di essi - avranno mezzi, munizioni e truppe idonei a scatenare operazioni offensive che possano imprimere una svolta al conflitto.