Ritrosia e perplessità
Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita (Gv 6, 53)
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. (Gv 6, 52-59)
Vita e risurrezione provengono dalla carne e dal sangue di Cristo, che nell’eucaristia assumiamo come cibo e come bevanda. Bisogna fidarsi in quello che ha promesso il Signore vincendo ogni ritrosia e perplessità. Se ti è possibile, oggi passa da una chiesa e stai in adorazione almeno cinque minuti davanti al Santissimo Sacramento per ringraziare il Signore di avere offerto la sua vita per te.