Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Caterina d’Alessandria a cura di Ermes Dovico
TANTO PER CHIARIRE

Ripassino per la Curia di Trento

Per gli incauti responsabili della diocesi trentina ricordiamo quanto il Catechismo della Chiesa cattolica dice a proposito di aborto procurato.

Attualità 12_12_2011
catechismo chiesa cattolica

All’incauto direttore del settimanale diocesano di Trento (vedi articolo di Francesco Agnoli) e ai responsabili della Curia trentina, che ha emesso un comunicato stampa di uguale tenore, vorremmo umilmente ricordare quanto il Catechismo della Chiesa cattolica afferma a proposito dell’aborto e di cosa prevede a carico di chi lo procura.
 
Ebbene, gli articoli del Catechismo dedicati all’argomento sono sei (dal 2270 al 2275); noi ne ricordiamo qui solo un paio, tanto per iniziare, giusto per mettere in evidenza che la misericordia non contempla la complicità con gli assassini. E per ricordare che i genitori della sedicenne sono scomunicati, prima che a qualche prete venga in mente di creare ancora più confusione e scandalo di quanto abbiano già fatto i responsabili della diocesi di Trento (ma a proposito: a Trento esiste un vescovo, magari quello stesso che nel giugno scorso scese in campo personalmente per il famoso referendum sull’acqua?).


“Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L'aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale”.

(art. 2271, Catechismo della Chiesa cattolica)

“La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. «Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae», «per il fatto stesso d'aver commesso il delitto» e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

(art. 2272, Catechismo della Chiesa cattolica).