Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giovanni da Kety a cura di Ermes Dovico
IMMIGRAZIONE

Rimpatrio vietato se il clandestino è gay, un controsenso

Da ora qualsiasi immigrato irregolare potrà restare in Italia se si autodichiara omosessuale o trans. Essendo di fatto impossibile una verifica, l'approvazione dell'emendamento voluto dal duo Boldrini-Pollastrini prelude a una valanga di abusi. Dica allora la sinistra che vuole l'abolizione definitiva dei confini.

Politica 23_11_2020

Ora gli extracomunitari potranno scegliere: o il passaporto o dichiararsi gay. Infatti grazie ad un emendamento al Testo unico sull'immigrazione proposto dal duo PD Laura Boldrini-Barbara Pollastrini l’autodichiarazione di essere omosessuale varrà come un passaporto.

L’emendamento riguarda il comma 1 dell’art. 19 che così recita nella sua parte iniziale: «In nessun caso può disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali». Boldrini-Pollastrini sono riuscite a far approvare venerdì scorso dalla Commissione Affari Costituzionali una modifica a questo comma che prevede il divieto di espulsione o respingimento quando l’extracomunitario potrebbe far ritorno in uno Stato dove potrebbe essere perseguitato per motivi legati all’«orientamento sessuale [e] identità di genere».

Il problema è duplice. La prima difficoltà riguarda anche gli altri motivi prima elencati per cui è vietato il rimpatrio: la verifica degli stessi motivi. Occorrerebbe quindi dare prova che in un certo Stato si è sottoposti a persecuzione perché omosessuali o transessuali. Per alcuni Stati la prova è agevole, per altri meno e per altri assai dubbia.

La seconda difficoltà invece attiene specificatamente all’orientamento sessuale e alla cosiddetta identità di genere. Occorrerà verificare che lo straniero sia omosessuale o transessuale. Come arrivare ad un giudizio oggettivo? Quali le prove inoppugnabili? Se lo domanda anche il deputato leghista Gianni Tonelli: «Mi chiedo come una commissione di valutazione potrà verificare, visto che hanno specificato anche questo, se una persona ha o meno certi orientamenti sessuali. La sottoporranno a prova pratica?». Oppure, aggiungiamo noi, ne valuteranno il comportamento, i modi, il tono della voce, la gestualità? O, ancora, basterà che il richiedente asilo estragga dalla tasca una foto che lo ritragga abbracciato/a al suo/a compagno/a?

È intuitivo – e sta qui la falla principale di questo emendamento – che basterà che l’extracomunitario si dichiari gay o desideroso di “cambiare sesso” e il gioco sarà fatto: potrà entrare in Italia senza problemi. Sarà dunque sufficiente un’autodichiarazione. Qualora invece il governo possa prevedere in futuro altre prove più oggettive, come appunto foto o testimonianze scritte, queste potranno essere ovviamente dei falsi creati ad arte prima della partenza per l’Italia. Basterà scattare una foto con un amico abbracciandolo oppure far redigere una testimonianza scritta da un amico o parente compiacente che attesti che Tizio è perseguitato a motivo del suo orientamento sessuale e le porte dell’Italia si spalancheranno per lui.

Qualcuno però potrebbe obiettare: sarebbe ingiusto non prevedere una tutela specifica per persone omosessuali e transessuali realmente perseguitate in Patria. Risposta alla obiezione: questi casi sono già ricompresi dal citato comma 1 dell’art 19 quando lo stesso prevede il divieto di espulsione e respingimento per motivi legati alla condizione personale o sociale. Una indicazione volutamente di carattere generale che, in tal modo, può prevedere una tutela per moltissimi motivi specifici, tra cui l’omosessualità e la transessualità.

Nella proposta delle due deputate PD poi si evidenzia anche una contraddizione. O il nostro Paese è omofobo come sostiene il deputato Alessandro Zan, anche lui in quota PD, tanto da esigere una legge contro l’ “omofobia” e quindi è bene che gli stranieri gay e trans perseguitati stiano lontani dalle nostre coste, oppure, a dar retta a Boldrini e Pollastrini, l’Italia è il rifugio dei dissidenti arcobaleno. Che in casa PD si mettano dunque d’accordo: accogliamo i gay e trans perché siamo filo LGBT oppure consigliamo di approdare in altri lidi perché per loro qui tira una brutta aria?

Boldrini e Pollastrini naturalmente sono coscienti che il loro emendamento fa acqua da tutte le parti e dunque perché lo hanno proposto? Per due semplici ragioni. La prima: se parli di discriminazione e di persecuzione devi mettere in pole position le discriminazioni per motivi legati ad orientamento sessuale e ad “identità di genere”. Le tematiche LGBT sono presenti in modo ossessivo dovunque – dai giocattoli al cibo, dall’educazione ai media – e vuoi escluderle proprio quando tratti di discriminazione di extracomunitari? L’emendamento sarà pure una bestemmia sul piano applicativo, ma è efficacissimo sul piano ideologico.

In secondo luogo è intento palese della sinistra che la popolazione italiana autoctona sia sostituita da non italiani. Quindi porti aperti a chiunque (che in periodo di chiusura totale del Paese causa Covid appare davvero un controsenso). Il concetto è ben sintetizzato sempre dal già citato Tonelli: «Questa mossa ha il pregio di mettere in luce la malefatta: porti aperti e chiunque potrà rimanere in Italia per qualsiasi motivo». A cui fa eco la leader di FdI, Giorgia Meloni: «Perché la sinistra, invece di continuare a nascondersi, non dichiara apertamente il suo obiettivo presentando un emendamento più chiaro: I confini italiani sono aboliti?».