Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Migrazioni
a cura di Anna Bono
Uganda, la difficile vita nei campi profughi

Rifugiati in Uganda, l’allarme di una suora comboniana

 

Tre suore comboniane rifugiate in Uganda dal Sudan del Sud raccontano le condizioni critiche dei rifugiati nel paese che l’Onu a eletto a miglior luogo dove chiedere asilo

Migrazioni 22_03_2018

Suor Lorena Ortiz è una suora comboniana che nel 2017 insieme a due consorelle è stata costretta a fuggire dal Sudan del Sud in guerra. Come centinaia di migliaia di sud sudanesi, ha cercato asilo in Uganda e adesso vive nel distretto di Moyo in uno dei campi profughi improvvisati che ospitano 180.000 persone, in gran parte donne, bambini e anziani. All’agenzia Fides ha descritto le condizioni disperate dei rifugiati. Li assistono l’Acnur, che garantisce loro il cibo, e alcune Ong. Tuttavia mancano quasi di tutto – spiega suor Lorena – non c’è lavoro, i ragazzi non vanno a scuola, i tanti malati non sempre ricevono cure adeguate. Durante la stagione delle piogge i terreni diventano paludi e i teloni forniti all’arrivo dall’Onu servono per una sola stagione umida perché poi il sole li secca, si rovinano e la gente resta senza protezione. Le tre suore rifugiate aiutano come possono: organizzano momenti di preghiera e di lettura delle Sacre Scritture, realizzano progetti di microcredito per avviare piccole attività agricole e commerciali, assistono i malati, sostengono gli studenti cercando di far loro continuare gli studi, aiutano chi ne ha bisogno a costruire rifugi più sicuri e duraturi. Altre difficoltà nascono dalla crescente insofferenza della popolazione ugandese: “in un primo momento – spiega suor Lorena – gli ugandesi hanno accolto favorevolmente i sud sudanesi, hanno concesso loro di stabilirsi sui terreni che non erano destinati alla coltivazione, li hanno aiutati in varie forme”. Poi però qualcuno ha incominciato a protestare e sono incominciati i problemi: gli ugandesi “contestano il fatto che ai sud sudanesi vengono forniti aiuti a pioggia e a loro nulla e che i rifugiati non pagano un affitto per l’occupazione dei terreni”. Chissà come mai l’Onu ha promosso l’Uganda a miglior paese al mondo in cui chiedere asilo.