Rifiutate le cure mediche a un cristiano in Pakistan
Alcuni medici hanno lasciato un anziano degente senza cure dicendo esplicitamente che lo facevano perché era cristiano
In Pakistan, paese a maggioranza islamica, la persecuzione dei cristiani assume molte forme. L’organizzazione non governativa International Christian Concern, è venuta a conoscenza di un episodio di discriminazione e odio religioso particolarmente efferato. Nell’ospedale civile di Sahiwal, nella provincia del Punjab, un cristiano ricoverato a settembre in gravi condizioni si è visto rifiutare un intervento chirurgico ed è stato lasciato privo di cure da alcuni medici musulmani. A suo figlio, Yousaf Masih Gill, una dottoressa ha detto che rifiutava di effettuare l’intervento chirurgico di cui aveva bisogno: “se avessi saputo prima che è cristiano – ha aggiunto – non avrei toccato tuo padre”. Allora un altro figlio, Babu Nadeem, un catechista, ha organizzato una protesta all’esterno dell’ospedale. Raggiunto da AsiaNews, un attivista per i diritti umani, Ashiknaz Khokhar, ha spiegato che questo episodio grave di discriminazione non è isolato perché i cristiani subiscono discriminazioni in ogni ambito della vita. “Nelle scuole e nelle università – ha detto – gli studenti cristiani spesso incontrano pregiudizi e bullismo e vengono emarginati per la loro fede. E anche negli ospedali la situazione non è migliore e, come emerso in alcuni incidenti tragici del recente passato, i cristiani sono soggetti a negligenza e a trattamenti parziali da parte del personale medico”. D’altra parte questo rispecchia il comportamento discriminatorio presente nelle istituzioni governative e semi-governative: “ai cristiani vengono spesso negate pari opportunità e subiscono discriminazioni sistematiche nelle assunzioni, promozioni e diritti fondamentali. Questo pregiudizio generale crea un clima di disuguaglianza che rende difficile per i cristiani prosperare e vivere con dignità in Pakistan”. In effetti il trattamento riservato al padre di Gill e Nadeem non è insolito, specialmente nel Punjab. Il mese scorso Frans van Daele, inviato speciale dell’Unione Europea per la promozione della libertà di religione e di credo nei paesi non membri UE, in visita in Pakistan, ha denunciato le persecuzioni inflitte ai cristiani nel paese, sottolineando l’importanza della tolleranza religiosa. Il 9 settembre l’ufficiale sanitario dell’ospedale si è scusato per il comportamento dei medici, ha assicurato che d’ora in poi sarebbe stato assistito e che l’intervento chirurgico sarebbe stato eseguito entro pochi giorni.