Ricollocamenti in paesi terzi: in Europa non siamo i soli
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La Svezia punta sui rimpatri; la Germania cerca una sponda con la Nigeria e l'Austria segue il modello inglese del Ruanda. La politica dei rimpatri e dell'accoglienza nei paesi terzi è ormai materia di tutte le cancellerie europee. Solo in Italia la Sinistra straparla.
Sempre più governi europei di ogni colore prendono coscienza di come l’infatuazione del multiculturalismo migratorio socialista abbia prodotto danni gravissimi alla società e civiltà europea e in molti corrono ai ripari anche per paura degli appuntamenti elettorali.
Ieri con una dura lettera il governo svedese ha battuto i pugni sul tavolo della Commissione e della presidenza di turno spagnola del Consiglio europeo. Nel testo si chiede che le quattro priorità ed urgenti iniziative sottolineate, in materia di sicurezza, migrazione, rimpatri e finanziamento al terrorismo, siano inseriti nell'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio Giustizia e Affari Interni a Bruxelles a dicembre.
La tollerante Svezia, devastata al suo interno da attentati, zone franche e violenze frutti amari della accoglienza indiscriminata di migranti islamici fondamentalisti dei governi socialisti precedenti, chiede si agisca su quattro priorità: «In primo luogo, dobbiamo rafforzare con urgenza la sicurezza all'interno dell'area di Schengen», per far ciò «tutti gli Stati membri devono assumersi la piena responsabilità del controllo delle frontiere esterne. È fondamentale che le persone che potrebbero rappresentare una minaccia per i nostri Paesi e per la vita dei cittadini siano individuate e identificate quando tentano di entrare nell'area Schengen e che le persone che non hanno il diritto di rimanere nell'UE e nello spazio Schengen siano individuate e identificate siano rimpatriate in modo rapido, sicuro ed efficace.
In secondo luogo, dobbiamo continuare a rafforzare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri per migliorare la sicurezza e mantenere l'ordine pubblico nelle nostre società. In terzo luogo, dobbiamo portare avanti con forza il lavoro vitale di riduzione del finanziamento delle attività terroristiche e fare di più per aumentare la capacità di resistenza dei nostri cittadini contro la disinformazione, le false voci e le teorie cospirative.
Quarto e ultimo punto che l'UE raggiunga un accordo sulla migrazione e l'asilo. Una questione di estrema importanza in materia di migrazione è un'efficace politica di rimpatrio. L'UE deve aumentare gli sforzi quando si tratta del meccanismo dell'articolo 25 bis». [Ndr Si prevede che qualora un Paese partner non cooperi a sufficienza in materia di riammissione, l’Europa applichi specifiche restrizioni al trattamento delle domande di visto per soggiorni di breve durata dei cittadini di quel paese].
Tutti i paesi si muovono più o meno nella stessa direzione, staremo a vedere se tra qualche settimana ci sarà però una linea comune.
La Germania socialista, verde e liberale ed il cancelliere tedesco Olaf Scholz stanno assumendo una posizione dura nei confronti dell'immigrazione e vogliono aumentare gli sforzi per espellere coloro che si trovano illegalmente nel Paese. Anche a seguito delle continue sconfitte elettorali e nel tentativo di contenere la crescita politica della destra identitaria, Scholz ha ripetuto recentemente a Der Spiegel che «stanno arrivando troppe persone e dobbiamo espellere le persone più spesso e più velocemente». Successivamente, a fine ottobre, il Consiglio dei Ministri tedesco ha approvato una proposta legislativa volta a snellire il processo di espulsione dei richiedenti asilo non accolti, la facilitazione delle espulsioni, sanzioni più severe per i trafficanti di esseri umani, il ripristino dei controlli temporanei alle frontiere, ulteriori accordi bilaterali con i Paesi di origine e l'estensione dell'elenco dei Paesi considerati sicuri.
Un drastico cambiamento confermato anche dalla recente visita di Scholz di tre giorni in Nigeria durante la quale il cancelliere tedesco ha chiesto al Presidente del Paese africano Bola Tinubu un aiuto per frenare le migrazioni e ha proposto una partnership per espandere i centri per l'immigrazione in Nigeria, dove le persone espulse dalla Germania potrebbero trovare riparo, assistenza sanitaria e opportunità di lavoro. Ieri, il Cancelliere Scholz ha infine concordato con tutti i presidenti degli stati federati l’inasprimento delle politiche migratorie e ha promesso contributi agli Stati e ai Comuni per 7.500 euro (8.000 dollari) per ogni rifugiato a partire dal prossimo anno.
La vicina Austria non sta con le mani in mano. Lo scorso 2 novembre, i governi di Londra e Vienna hanno firmato un nuovo accordo di stretta collaborazione nella lotta all'immigrazione, proprio mentre l’Austria sta cercando di istituire un sistema "Rwanda" per l'esame delle richieste di asilo. L’Austria vuole processare dei richiedenti asilo in un Paese terzo, prima di decidere se farli accoglierli o meno nei propri confini ed in Europa, come aveva già anticipato lo scorso settembre il cancelliere democristiano Karl Nehammer, che affronterà le elezioni del prossimo anno in mezzo a crescenti richieste di inasprimento dell'immigrazione.
Ieri 7 novembre è iniziata al Senato francese la discussione sul disegno di legge sull'immigrazione che prevede, tra l’altro, l'espulsione immediata degli «stranieri che commettono reati». Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin aveva dichiarato che la legge mira in particolare a «essere più severa con gli stranieri che commettono crimini, espellendoli tutti» e, mentre il Governo vorrebbe concedere la possibilità di regolarizzarsi a persone prive di documenti che lavorano in settori specifici con carenza di manodopera, la gran parte dei senatori vuole l’espulsione di tutti i migranti irregolari. Molti governi e di tutti i colori in Europa vogliono riparare ai danni provocati dal lassismo superficiale che ha caratterizzato le politiche migratorie dell’ultimo ventennio; invece, in Italia le opposizioni vivacchiano nella loro pericolosa insipienza.