Riaprono le scuole battiste nello stato Shan del Myanmar
Dopo oltre un anno gli antigovernativi dello United Wa State Army hanno permesso la riapertura delle chiese protestanti nello stato Shan. Restano ancora chiuse tutte le chiese e gli edifici cattolici
Sono state riaperte e hanno ripreso le attività da circa una settimana 52 chiese protestanti battiste dello Stato Shan, nell’est del Myanmar, chiuse nel 2018 dallo United Wa State Army, Uwsa, una formazione antigovernativa legata al regime comunista cinese che controlla quelle regioni al confine con la Cina e che nel 2018 ha incominciato a perseguitare i cristiani. Un proclama scritto in cinese nel settembre del 2018 annunciava punizioni a chi svolgesse attività missionarie, vietava la costruzione di nuove chiese e l’insegnamento religioso nelle scuole e imponeva che i sacerdoti fossero tutti autoctoni. Da allora le forze antigovernative hanno arrestato centinaia di cristiani, chiuso decine di chiese, scuole e altri istituti, arruolato a forza numerosi studenti cristiani, espulso delle religiose. Adesso l’unica scuola battista ancora chiusa è quella di studi biblici di Hotaung. Invece gli edifici cattolici non sono ancora stati riaperti. Risultano ancora chiuse quattro scuole cattoliche, riferisce monsignor Philip Lasap Za Hawng, vescovo di Lashio, e padre Mariano Soe Naing, direttore dell’Ufficio per la comunicazione sociale della Conferenza episcopale del Myanmar, riporta che nella regione tutte le chiese cattoliche hanno tuttora i sigilli e che molti istituti e residenze ecclesiastiche sono stati riconvertiti: “anche se ci venissero restituiti – ha spiegato – non saprei dire quanto sono cambiati. Abbiamo sentito che le autorità hanno trasformato la scuola di Winkhaung in una stazione di polizia e hanno demolito la scuola di Maingmaw”. L’Uwsa e la Cina vedono nelle organizzazioni e nei movimenti religiosi una minaccia alla loro autorità.