«Renzi? Aspetto ancora l'invito per la sfida»
A un mese dal referendum la Nuova BQ intervista Massimo Gandolfini, leader del Comitato delle Famiglie per il No: «Renzi disse che avrebbe sfidato mister Family Day parrocchia per parrocchia. Sto ancora aspettando, nel frattempo ho toccato cento città e ho visto che la gente si convince al No quando sente parlare dei risparmi ridicoli». Il 26 a Verona in piazza per dire No alla Riforma e Sì alle politiche per la famiglia che questo governo non fa.
Il leader del Family Day Massimo Gandolfini si appresta a vivere l’ultimo mese che ci separa dal Referendum del 4 dicembre con la consapevolezza di aver sfruttato tutte le occasioni che gli sono state date per far comprendere all’elettore la necessità di votare No. Così ad un mese dal voto in questa intervista alla Nuova BQ annuncia gli ultimi due eventi che saranno il riassunto del lavoro svolto in questi mesi dai Comitati delle famiglie per il No: un convegno pubblico e un evento di piazza.
Gandolfini, che Italia ha trovato in questi mesi?
Ho fatto più di cento incontri in giro per lo stivale e devo dire di aver trovato le categorie di persone più disparate: alcune molto informate e già orientate nei confronti del No, altre tendenzialmente molto critiche su vari aspetti della riforma e altri ancora dalle idee confuse basate il più delle volte sugli slogan che hanno ascoltato in tv da parte di Renzi e da parte dei politici.
L’approccio con quelli più confusi com’è stato?
Sono un rispettoso cittadino della Repubblica e mi attengo alle direttive. Il presidente Renzi ha detto di entrare nel merito per valutare il merito, così io parto affrontando il merito.
Ad esempio?
Illustrando alcuni articoli della Riforma, sunteggiandoli e dando loro alcune linee guida per leggerli perché anche dal punto di vista semantico è una riforma scritta in maniera terribilmente confusa e criptica.
Qual è il punto più critico?
Quello che fa strabuzzare gli occhi alla gente è scoprire che si può argomentare in maniera contraria la favoletta del risparmio. La gente rimane esterrefatta quando capisce che cosa significhi risparmiare “4 lire” rispetto ai costi che effettivamente oggi ci sono e che il funzionamento dello Stato richiede; un altro punto è quello della formazione del Senato: ad esempio il fatto che ci sia un Senato irrilevante e non eletto direttamente dal popolo, ma di nominati dai Consigli Regionali e un Senato che garantisce ai consiglieri regionali l’immunità parlamentare; un altro punto sensibile è la Riforma del titolo V. Il fatto che i temi della legislazione che sta in capo al Governo e allo Stato si facciano passare da un’unica Camera fa comprendere come si tratti di una riforma marcatamente centralista, autoritaria e pericolosa per la democrazia.
Lei è diventato noto per il suo impegno al Family Day, che cosa c’entra il suo nuovo impegno contro la Riforma Costituzionale?
E’ tutto estremamente collegato: il link fra il Family Day e i Comitati delle famiglie per il No è nato dalla constatazione che il Governo e la classe politica tendono a ignorare la voce delle persone normali anche quando queste, con enormi sacrifici, si radunano in rappresentanza di milioni di altre persone che sono a casa, chiedendo di rispettare la Costituzione in ordine alla famiglia come società naturale. Allora abbiamo detto: ma se persino con una Costituzione così garantista sta accadendo quel che abbiamo visto con i simil-matrimoni che cosa accadrà con la Riforma costituzione che dà ancora più poteri all’esecutivo governante?
Il problema non sono i maggiori poteri, quanto semmai il loro bilanciamento…
Esatto, il problema sono i poteri fuori controllo. Poteri che si possono utilizzare in termini anti democratici. E’ da qui che è nata l’idea.
Molti pensano che la sua sia stata una ripicca con quel "Renzi ci ricorderemo…."
Ho studiato approfonditamente la cosa, sono stato aiutato da numerosi costituzionalisti per comprendere le ricadute sulla vita dei cittadini e calando la riforma nella vita della gente, certe insinuazioni sono ridicole. Qui siamo di fronte ad un esecutivo che potrà dettare legge al Parlamento anche stabilendone i tempi di votazione e annullando di fatto il dibattito.
Renzi non l’ha mai incontrata?
Mai. Aveva detto che avrebbe sfidato mister Family Day parrocchia per parrocchia. Sto ancora aspettando…tra l’altro sarebbe un confronto interessante dato che lui si definisce cattolico. Mi piacerebbe chiedergli come è possibile coniugare i suoi valori con la politica contro l’antropologia anti vita e anti famiglia che sta portando avanti.
Renzi non è tenero con nessuno di quelli che osteggiano la riforma.
Noto. Dice che chi è contro è attaccato col sedere alla poltrona, ma io sono la prova che questo non è vero: non faccio questa battaglia con una tessera di partito in mano.
Quali sono le iniziative a un mese dal voto che farete come Comitato di Famiglie per il No?
Avremo un convegno importante il 12 novembre a Roma assieme al Movimento Cristiano Lavoratori e il 26 novembre invece saremo in piazza a Verona dove esporremo il nostro punto di vista entrando non solo nel merito del No, ma anche nel merito di come noi vogliamo sostenere e difendere l’antropologia umana e la famiglia. L’obiettivo è far capire agli italiani che la posta in gioco è altissima, va al di là della Riforma Costituzionale.
Che appoggi ha ricevuto dai cattolici e dalle gerarchie?Purtroppo mi dispiace constatare che ho trovato troppo silenzio in alcuni casi, un silenzio che confina con l’indifferenza. Mi sarei aspettato non certo un appoggio al Sì o al No, secondo la norma 43 della Centesimus Annus, ma ciò che ho notato è l’assenza di una voce forte a difesa della famiglia.