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Legge Cirinnà

Referendum "matrimonio" gay

Referendum di iniziativa popolare per avere il "matrimonio" gay. Se passasse le coppie gay potrebbero diventare genitori.

Gender Watch 13_05_2025

Il comitato Uguali! ha lanciato un referendum abrogativo di iniziativa popolare per il cosiddetto matrimonio egualitario. Sul sito del Ministero della Giustizia si può leggere in cosa consiste questo referendum: ​​«Il quesito referendario sul matrimonio egualitario propone la modifica della normativa vigente al fine di abrogare le distinzioni tra l’istituto delle unioni civili e il matrimonio civile, di fatto estendendo l'accesso al matrimonio civile anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso. L’intervento legislativo mira a garantire pari diritti e doveri rispetto alle coppie eterosessuali, in un’ottica di piena uguaglianza e non discriminazione fondata sull’orientamento sessuale.

L’approvazione del quesito comporterebbe inoltre l’estensione alle coppie unite civilmente della possibilità di accedere all’adozione, secondo le modalità previste dall’ordinamento per le coppie coniugate. In particolare, verrebbero riconosciute la stepchild adoption (adozione del figlio del partner) e l’adozione piena, favorendo così la tutela giuridica e affettiva dei minori già inseriti in contesti familiari consolidati.

La proposta referendaria si inserisce nel più ampio obiettivo di aggiornare il quadro normativo in materia di diritti civili, garantendo la parità di trattamento tra i cittadini e il riconoscimento giuridico delle diverse forme familiari presenti nella società contemporanea».

Il referendum, in buona sostanza, vuole eliminare quell’unica sezione della legge Cirinnà sulle unioni civili che rende queste differenti dall’istituto del matrimonio, sezione che riguarda la materia della filiazione. Infatti le coppie omosessuali unite civilmente non possono diventare genitori. Questo in punto di diritto, perché poi i giudici hanno permesso loro di diventarlo in più occasioni. Insomma fatta la legge trovato l’inganno.

Ciò detto i proponenti il referendum vogliono che l’omogenitorialità sia riconosciuta non ogni volta grazie a qualche giudice ideologizzato – e il suo giudizio vale solo per il caso oggetto della vertenza –  ma una volta per tutte tramite la legge. Se il referendum diventasse legge, le coppie gay potrebbero diventare genitori tramite l’istituto della stepchild adoption e tramite l’adozione.

C'è però da puntualizzare che anche se il referendum fosse approvato e vincessero i Sì, le coppie gay potrebbero "solo" unirsi civilmente, ma non sposarsi. Questo dal punto di vista formale. Dal punto di vista sostanziale chi si fosse unito civilmente avrebbe gli stessi diritti dei coniugi.

Attualmente il referendum ha racccolto 200mila firme sulle 500mila che deve raccogliere. Molte, se consideriamo che la raccolta è iniziata solo il 5 maggio scorso. I proponenti hanno tempo fino al 5 agosto prossimo per arrivare al tetto delle 500mila firme. Un referendum pericoloso anche se non dovesse passare perché fa cultura, orienta le coscienze, tiene accesso il dibattito sul “matrimonio” gay.