Ratzinger: l'indulgenza è come la chiesa della Porziuncola
Nelle parole del futuro Benedetto XVI una singolare meditazione sul luogo e sul senso del "Perdono di Assisi" accordato a san Francesco.
Correva l'anno 1216 quando Francesco d'Assisi alla Porziuncola (il luogo in cui sarebbe spirato dieci anni dopo) vide il Signore chiedendogli «che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». Domanda che il Signore accordò benevolmente, purché il santo ne facesse richiesta al suo Vicario terreno, papa Onorio III.
Francesco rispose: «non anni ma anime» al pontefice che gli chiese quanti anni di indulgenza desiderasse. Di qui ha origine l'indulgenza della Porziuncola, il "Perdono di Assisi", che tuttora è possibile lucrare da mezzogiorno del 1° agosto fino a tutto il giorno seguente, visitando una chiesa francescana o parrocchiale alle consuete condizioni.
Caratteristica della Porziuncola è il fatto che la piccola chiesetta è inglobata nella più ampia basilica di Santa Maria degli Angeli, edificata molto più tardi (fu consacrata nel 1679). Un contrasto che all'occhio contemplativo dell'allora cardinale Joseph Ratzinger – in un testo del 2004 riportato in Amici di Lazzaro – si prestava per spiegare il senso del Perdono di Assisi: «L’indulgenza in fondo è un po’ come la chiesa della Porziuncola: come bisogna percorrere gli spazi piuttosto freddi ed estranei del grande edificio per trovare al suo centro l’umile chiesetta che tocca il nostro cuore, così occorre attraversare il complesso intreccio della storia e delle idee teologiche per giungere a ciò che è davvero semplice: alla preghiera, con cui ci lasciamo cadere nella comunione dei santi, per cooperare con essi alla vittoria del bene sull’apparente onnipotenza del male, sapendo che alla fine tutto è grazia».