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LA FINE DELLA ROSA NEL PUGNO

Radicali a fine corsa: da vincitori

Tempi supplementari per il partito Radicale: entro dicembre servono 3000 iscritti. Ma se dovesse davvero chiudere i battenti, la Rosa nel pugno uscirebbe di scena da vincitirce: in questi 50 anni i Radicali hanno pratciamente "infettato" tutti i partiti, le istituzioni, il giornalismo e la cultura con un'idea di uomo nichilsta e individualista: aborto, divorzio, nozze gay, immigrazionismo e ora eutanasia e droghe libere dimostrano che la missione è compiuta. A questo punto un partito non serve più. 

Editoriali 21_05_2017

Il quotidiano il Giornale ci informa che entro dicembre il Partito Radicale dovrà raggiungere la quota di 3mila iscritti. «Se non centrerà l'obiettivo, sparirà il simbolo che per 70 anni ha accompagnato le battaglie di libertà e civiltà di Marco Pannella». Segue nell'articolo la conta delle doglianze: solo 1.500 cittadini hanno sottoscritto la quota di 200 euro stabilita a settembre scorso per tenere in vita la creatura di Marco Pannella.

In gioco c'è la soppravvivenza del simbolo della Rosa nel Pugno, ma anche quella di Radio Radicale, che comunque continua a ricevere lauti finanziamenti pubblici. Non ci interessa qui la diatriba tra i fedelissimi pannelliani e quelli che invece seguono la cosiddetta strada di Palazzo rappresentata da Emma Bonino.

Quello che è interessante notare è che se il Partito Radicale dovesse davvero chiudere i battenti molto presto, potremmo trovarci di fronte ad una situazione particolare: un partito che sparisce dalla scena politica da vincitore. Anzi da ultra vincitore. 

Contriamente al Partito Socialista, che è sparito da sconfitto dopo l'ondata di Mani Pulite, la Democrazia Cristiana che per poter sopravvivere è dovuta rinascere in mile rivoli sparpagliandosi a destra e a sinistra o il Pci che invece per continuare ad esistere ha dovuto cambiare nome e poi passare tra le forche caudine di innumerevoli scissioni, che ancora oggi proseguono, i Radicali lasceranno la scena dopo aver vinto praticamente tutte le battaglie.

La tecnica di lobbying portata avanti da Pannella & company ha fatto sì che a fronte di un piccolissimo partito mai candidatosi alle elezioni, si riuscisse ad arrivare in porto con tutte le urgenze e i desiderata. In questi anni i Radicali hanno influenzato, ma sarebbe meglio dire "infettato" con le loro battaglie praticamente tutto l'arco costituzionale.

E non ci riferiamo soltanto al Pd, che in quanto erede del Pci è sempre più un partito radicale di massa come teorizzò Del Noce, ma a praticamente tutti i partiti o i potentati che in questi anni si sono trovati al governo del Paese.

La cronaca ci suggerisce che la Rosa nel Pugno ancora detta l'agenda politica. Eutanasia e legalizzazione delle droghe leggere, mai così vicine all'approvazione, sono soltanto le ultime battaglie che i Radicali hanno fatto, e vinto, in tutti questi anni. Aborto e divorzio, nozze gay, tutto ciò che sapeva di individualismo e autodeterminazione è stato scientifcamente portato avanti non per far crescere una struttura politica, ma per infettare appunto tutti gli altri partiti dove il pensiero radicale è entrato come un virus, fino a diventare un male cronico.

Anche l'immigrazionismo è materia radicale. La presenza di Emma Bonino ieri al corteo milanese ne è la prova più lampante, per lei che da sempre teorizza la necessità di invertire l'inverno demografico con l'immissione di nuovi migranti dall'Africa.  

Anche Forza Italia non è mai stata immune da certo radicalismo, spesso anche determinante, lo dimostra il fatto che ex radicali come Daniele Capezzone sono stati benissimo nello schieramento azzurro senza mai rinnegare il lro passato. 

C'è poi quel vastissimo mondo istituzionale che è cresciuto con una mentalità radicale: giudici e magistrati, giornalisti, funzionari di Stato: quanti simpatizzanti di Marco Pannella hanno occupato posti di rilievo nella vita sociale, civile e politica italiana. Senza dimenticare poi quel mondo della "cultura", che ha visto in Vasco Rossi e Cicciolina i suoi tifosi più esposti, ma che vede tutt'ora centinaia di attori, registi e scrittori che sono naturaliter radicali. 

Da ultimo, non poteva mancare la Chiesa cattolica italiana, che recentemente si sta spostando su posizioni ambiguamente favorevoli alle battaglie radicali, con distinguo a volte un po' pelosi ed endorsement imbarazzanti, come il caso di monsignor Paglia che con la scusa dell'amicizia con Pannella non fa mistero di sposarne l'agenda. 

Insomma: se a dicembre i Partito Radicale dovesse scomparire per sempre, al suo funerale saranno presenti così tanti esponenti politici e civici che nemmeno si piangerà, i quali non faranno altro che certificare che la missione è compiuta: introdurre un'ideologia assoluta che ha innervato con i suoi tentacoli praticamente tutto il mondo che conta, che è riuscita modificare con lo strumento di una democrazia imperfetta l'idea di uomo che la civiltà precendente aveva plasmato e contribuito a far crescere. E consegnandoci così un uomo più solo e più esposto alle ideologie del potere. 

A questo punto un partito non serve nemmeno più: gli eredi sono i figli disseminati ovunque.