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BLACK LIVES MATTER

Quell'odio immotivato contro san Junipero Serra

Col pretesto della causa anti-razzista hanno abbattuto la statua di Junipero Serra (1713-1784) il francescano che evangelizzò la California. Percorse centinaia di chilometri per battezzare ed evangelizzare gli indio, seppe "andare incontro ai tanti imparando a rispettare le loro usanze" come disse Papa Francesco proclamandolo santo

Libertà religiosa 25_06_2020 English Español
Abbattuta la statua di San Junipero Serra a San Francisco

C’è un popolo più spietato e sanguinario degli spagnoli? Ovvio che no. La leggenda nera antispagnola si è imposta ovunque tanto bene e con tale capillarità che non c’è bisogno di prove. E’ così e basta.

Ci sono indio e meticci in America Latina? Sì, e in grande abbondanza. Ci sono indio e meticci in America settentrionale? Pochissimi e rinchiusi nelle riserve. Epperò, siccome è noto che gli spagnoli sono stati i peggiori colonizzatori di sempre, siccome è altrettanto noto che la Chiesa cattolica è quanto di più inumano, violento e sanguinario esista, bisogna affrettarsi ad abbattere le statue di fra’ Junipero Serra (1713-1784), il francescano minore apostolo della California. Perché? Per strano che posa sembrare in nome dei “black lives matter”, in difesa dei neri americani ridotti in schiavitù e fino a qualche decennio fa rigorosamente separati dalla comunità bianca. Trattati così dai francescani e dagli spagnoli? No, dai wasp (bianchi, anglosassoni, protestanti).

Tutte le maggiori città californiane hanno nomi di santi e angeli: Los Angeles, San Francisco, San Diego, Santa Barbara, Santa Fe, Sacramento, tanto per citarne alcune. Come mai nomi tanto strani? Per il genio di imprenditore missionario di Fray Junipero Serra. Siamo a metà del Settecento quando a Madrid con Carlo III di Borbone regna il dispotismo illuminato (gran bel nome, non c’è che dire!) che, per conto della luce della ragione, impone la soppressione della Compagnia di Gesù con l’incameramento dei rispettivi beni. Cacciati nel 1767 i gesuiti anche dalle missioni americane (nel giro di 24 ore i padri debbono sgomberare tutti i conventi), la corona incarica i francescani di prendere il loro posto.

Questo il contesto in cui il teologo Serra, nativo di Palma di Maiorca, con energia infaticabile e nonostante le tante sofferenze che gli procura una ferita alla gamba, percorre spesso a piedi centinaia di chilometri pur di battezzare e cresimare gli indio di quei territori. Fra’ Serra pianifica e in buona parte realizza il Camino real: una strada che percorre da nord a sud la costa californiana, con la fondazione di 21 conventi fortificati a più o meno un giorno di distanza l’uno dall’altro, in modo da consentire ai frati mutua protezione e collaborazione in difesa dagli indio che non di rado sono aggressivi (ne sanno qualcosa i calvinisti che li hanno sterminati?).

Ancora oggi i bei conventi edificati da Junipero e dai francescani sono lì a mostrare in che modo gli indio siano stati evangelizzati. Al centro dei conventi c’è, come ovvio, la chiesa, mentre addossate alle mura perimetrali  sono affiancate l’una all’altra varie botteghe dove gli indio imparano i mestieri più necessari. Se, in California, si vuole ammirare qualcosa di antico, bisogna visitare le cappelle e i conventi delle missioni francescane.

Serra e i francescani commettono genocidi? Come nel resto dell’America molti sono gli indio che muoiono per contagio epidemico. Serra è razzista? Come dice papa Francesco che lo ha dichiarato santo, fra’ Serra ha “saputo andare incontro a tanti imparando a rispettare le loro usanze e le loro caratteristiche” e ha “cercato di difendere la dignità della comunità nativa, proteggendola da quanti ne avevano abusato”. Ciononostante una statua di Fray Junipero è stata appena distrutta a San Francisco, mentre gli spagnoli dal canto loro hanno colorato di un bel rosso-sangue la statua di Palma di Maiorca. E’ tornato in modo prepotente l’odio verso la nostra storia e la nostra identità. L’odio che ha portato Gesù a morire in croce.