Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giovanni Damasceno a cura di Ermes Dovico
LA VITA DI GESÙ NELL'ARTE / 28

Quella Resurrezione anonima preludio del Rinascimento

Vale la pena di occuparci di un’opera bellissima, ma il cui autore rimane ignoto: si tratta della Resurrezione presente nella Rocca di Vignola. L’autore di questo bellissimo affresco è sconosciuto, perciò è definito “il Maestro di Vignola”. Lo stile è un'interpretazione emiliana del Gotico internazionale ed è senz'altro una testimonianza importante per l'arte estense del primo Quattrocento.
- LA RICETTA 

Cultura 18_07_2022

La Resurrezione è un evento centrale della nostra fede, menzionato nei Vangeli e negli altri testi del Nuovo Testamento. Secondo questi testi, il terzo giorno dalla sua morte in croce Gesù risorse lasciando il sepolcro vuoto e apparendo inizialmente ad alcune discepole e in seguito anche ad altri apostoli e discepoli. Per il Cristianesimo l'evento è il principio della fede, ricordato annualmente nella Pasqua e settimanalmente nella Messa della domenica.

La Resurrezione designa, nella religione cristiana, il passaggio fisico dalla morte alla vita. Anche se riguarda principalmente Gesù Cristo, tre risurrezioni precedono quella di Gesù nel Nuovo Testamento: quella del figlio della vedova di Nain nel Vangelo di Luca, quella della figlia di Giairo nei sinottici e quella di Lazzaro nel Vangelo secondo Giovanni. Considerati miracoli che obbediscono alla volontà di Dio, questi episodi non sembrano però costituire un “presagio” della risurrezione cristica: questo, infatti, è di natura diversa sul piano teologico.

Due risurrezioni seguono quella di Gesù Cristo: quella di Dorcas (Tabitha) eseguita dall'apostolo Pietro e quella di Eutyche eseguita dall'apostolo Paolo. Per l'escatologia cristiana, alla fine dei tempi, la risurrezione dei morti avverrà quando il Regno di Dio sarà stabilito.

La tradizione cristiana considera la resurrezione di Gesù come evento miracoloso e fondamentale nella Storia, ma che non ha avuto testimoni diretti, perciò non è descritto. Ha avuto però la testimonianza della tomba vuota; la scoperta è stata fatta dalle donne (fra le quali c’era anche Maria Maddalena), all’alba della domenica di quel terribile fine settimana che ha visto Gesù morire sulla croce. L’evento della resurrezione è stato raffigurato in diverse opere d’arte, di grandi artisti, lungo i secoli: Michelangelo, Giotto, Pinturicchio, Raffaello, Tiziano, van der Broeck, El Greco, Caravaggio, per non citare che i più conosciuti.

Forse per questo vale la pena di occuparci di un’opera bellissima ma il cui autore rimane ignoto: si tratta della Resurrezione presente nella Rocca di Vignola, un castello di epoca carolingia che si trova nell'omonimo comune sulle rive del Panaro. Un documento risalente all'anno 936 attesta che la città di Vignola in quel periodo era sottoposta all'autorità del Vescovo di Modena. Un altro documento prova l'esistenza della Rocca almeno a partire dall'anno 1178. Fino al XV secolo la funzione della costruzione era esclusivamente militare, ma nel 1401 il nobile ferrarese Uguccione dei Contrari ricevette in dono da parte del signore di Ferrara Niccolò III d'Este il feudo di Vignola. Nei venti anni successivi la rocca mutò profondamente la propria destinazione trasformandosi in una sontuosa dimora della ricchissima famiglia Contrari. E così nacque la Cappella Contrari, che rappresenta un autentico gioiello dell'arte tardo gotica dell'Italia settentrionale. Commissionata da Uguccione Contrari, fu affrescata attorno al 1425 secondo quanto emerge dalle analisi più recenti.

Qui, una bellissima Resurrezione di Cristo e Discesa al Limbo fa bella mostra di sé sulla parete nord.

Il simbolo del Cristo con il vessillo crociato è quello della Resurrezione. Oltre a Maria e ai dodici apostoli che assistono all’ascesa al cielo di Gesù, compaiono a destra tre personaggi con abiti sacerdotali. Il riferimento, in questo caso, è al Vangelo di Nicodemo, un apocrifo in cui si narra che il giorno successivo alla resurrezione di Cristo, tre uomini, Adas, Finee e Aggeo (rispettivamente uno scriba, un sacerdote e un levita), si recarono al Sinedrio, il tribunale supremo della giustizia ebraica, per testimoniare la visione di Cristo risorto: il loro racconto avrebbe dunque spinto il popolo ebraico a partire alla ricerca di Gesù. Al centro si nota il Buon ladrone Disma, in basso a destra Gesù prende per mano Adamo. Ai piedi di Cristo, si vedono le porte dell’Inferno rotte e la figura del Diavolo a terra. A sinistra, invece, il serpente che muta pelle è simbolo positivo di rigenerazione.

L’autore di questo bellissimo affresco è sconosciuto, perciò è definito “il Maestro di Vignola”. Ignoriamo il nome, ma, chiunque fosse, è evidente che era attivo a Vignola attorno al 1425 e forse in altri luoghi dei domini estensi nei primi decenni del XV secolo.

Gli affreschi sono stati realizzati nella parte superiore della Cappella, perché la parte inferiore era verosimilmente coperta con arazzi o con tappezzeria lignea per mantenere una temperatura adeguata. Le quattro pareti sono coperte in alto con: La Resurrezione, L'Ascensione, L'Assunzione della Vergine e La Pentecoste.

Lo stile è un'interpretazione emiliana del Gotico internazionale ed è senz'altro una testimonianza importante per l'arte estense del primo Quattrocento.

Vale la pena visitare questa Cappella e il Castello della Rocca proprio per meglio comprendere quel secolo artistico, il Quattrocento, che in Italia ha anche un significato particolare, perché è il secolo di inizio del Rinascimento, un periodo storico che stranamente assomiglia molto a quello che stiamo vivendo noi. Entrambi sono vissuti dalla maggior parte dei loro protagonisti come un'età di cambiamento, che matura un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi.