Quando l'assegno unico nega i diritti alle famiglie XL
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Storture e diritti negati: l'Assegno unico e l'Isee sono costruiti su meccanismi ingiusti, che spesso discriminano proprio le famiglie numerose, che solo a parole si vuole tutelare. Ecco cosa abbiamo scoperto.

Che l’assegno unico sconti una particolare situazione di stallo anche a causa dell’Isee che lo determina è un dato di fatto ormai sotto gli occhi di tutti. Soprattutto per le famiglie numerose che denunciano da tempo le storture di un meccanismo che non è ancora stato riformato. Numerosi sono problemi e l’ufficio politico dell’Associazione Famiglie Numerose (ANFN) li ha rimarcati anche recentemente in occasione della presentazione dell’ultima legge di bilancio.
Ora però, si scopre che tra le storture del meccanismo e della legge istitutiva dell’Assegno unico, ve n’è una che va a colpire proprio le famiglie numerose in una particolare condizione: quella del figlio o figlia 21enne non più a carico, ma ancora convivente. È questa una particolare categoria di famiglie numerose che, per l'applicazione distorsiva da parte dell'Inps della legge, vengono direttamente discriminate e di fatto non considerate più famiglie numerose, pur essendolo ancora a tutti gli effetti.
Come noto col compimento del 21esimo anno di età del figlio o della figlia, si perde il diritto a ricevere l’assegno unico. È una decisione discutibile, che ad esempio non hanno preso in paesi come la Francia dove l’assegno aumenta con l’aumentare dell’età dei figli. Però la famiglia XL col figlio 21enne può continuare a percepire una speciale integrazione all’Assegno unico chiamata maggiorazione per famiglie numerose, a patto però che il figlio over 21 non sfori il tetto dei 4000 euro lordi l’anno di reddito, soglia entro la quale è fissata la sua permanenza nel carico fiscale famigliare. Ma che cosa succede se il figlio, che magari è studente universitario e svolge qualche lavoro per mantenersi negli studi per gravare di meno sulle spalle dei genitori, sfora quel tetto?
Succede che dovrà uscire dal carico famigliare e quindi non verrà più considerato a carico. Motivo per cui, chiamandosi Assegno Unico per i figli a carico, dovrà rinunciare alla sua quota di assegno, ma non solo: tutta la famiglia dovrà rinunciare alla maggiorazione.
Nel 2022, infatti, durante l’ultima revisione della legge, il Governo di allora introdusse (all’articolo 4 comma 10 della legge) anche una maggiorazione forfettaria di 100 euro al mese per le famiglie numerose con 4 o più figli che si aggiunge all’assegno.
Attenzione: non si tratta di un contributo dato al figlio, ma di un contributo forfettario dato al nucleo famigliare in quanto numeroso. Ebbene: se il figlio non è più a carico, la famiglia perde il beneficio della maggiorazione datale in quanto famiglia numerosa. Sul portale dell'INPS, infatti, è impossibile andare a caricare il codice fiscale del figlio/a per ottenere la maggiorazione perché la sua posizione risulta già decaduta a causa del compimento del 21esimo anno di età e perciò estromesso da tutto il resto.
In pratica, per lo Stato, il solo fatto di avere un figlio che lavora (anche se saltuariamente e con uno stipendio che non può certo garantirgli un’autonomia di vita) viene considerato un fantasma. È come se non ci fosse.
Si tratta di una discriminazione perché il figlio o la figlia, anche se non più a carico, è ancora convivente sotto il tetto paterno; pertanto, è componente a tutti gli effetti di una famiglia numerosa sancito dallo stato di famiglia. Ma lo Stato fa finta che non sia così, anche se sono gli stessi meccanismi di calcolo dell’assegno che lo smentiscono.
Lo strumento che si utilizza per la formazione delle somme dell’Assegno unico è infatti il tanto vituperato Isee. E l’Isee si compone di tutti i redditi famigliari, quello del padre, della madre e quello dei figli, che siano o no a carico dei genitori. Quando ogni anno si rinnova l’Isee, infatti, bisogna indicare anche i redditi dei figli che vengono così cumulati al totale del patrimonio per poi essere divisi secondo dei coefficienti ancora troppi bassi per uno Stato che vorrebbe essere davvero family friendly.
Quindi, per la formazione dell’Isee, che andrà a determinare l’assegno unico, lo Stato vuole i redditi di tutti i componenti della famiglia, ma per l’erogazione dell’assegno e anche della stessa maggiorazione per le famiglie numerose, non considera la presenza in famiglia di un componente che è a tutti gli effetti membro di quel nucleo famigliare anche se non più fiscalmente a carico.
Una discriminazione proprio per quelle famiglie numerose, che sono in questa situazione e che sono tante, dato che, come noto, i figli crescono per tutti e prima o poi ogni famiglia sentirà la necessità di invitare il figlio a gravare di meno sulle spalle dei genitori. Questo però non significa che il figlio sia un soggetto ancora autonomo, proprio perché ancora convivente anche perché con le soglie reddituali attuali, 4000 euro lordi all'anno significano poco più di 200 euro mensili. Ci rendiamo conto?
Al contrario, se l’Isee fosse strutturato in modo da non chiedere alla famiglia i redditi dei figli non fiscalmente a carico, almeno si farebbe patta: lo Stato non esigerebbe nulla e nemmeno erogherebbe ciò che non può essere erogato.
Una negazione di un diritto, che chissà se dalle parti del governo e del ministero della Famiglia hanno mai notato, sta proprio nel fatto che il figlio diventa un “pollo” da spennare se si tratta di inserirlo nell’Isee con il suo reddito, che si alzerà inevitabilmente, ma quando poi gli si deve riconoscere il suo status di figlio di famiglia numerosa lo si esclude trattandolo da fantasma e privando così, non solo lui, ma tutta la famiglia, di un contributo mensile al quale dovrebbe avere diritto.
Storture e anomalie di un sistema, quello dell’Isee che esiste solo in Italia e che ancora non abbiamo la maturità politica e la volontà di voler superare. Hai voglia a parlare di natalità se neanche queste piccole cose sono affrontate.
«Superare l'Isee, seguiamo il modello francese»
Dopo l'aumento strutturale dell'Assegno Unico, il ministro di Famiglia e Natalità Eugenia Roccella spiega alla Bussola che «mai fino ad ora un governo aveva stanziato per la famiglia 1 miliardo e mezzo». «Dobbiamo sganciare l'assegno dall'Isee, che va riformato, ma non da subito perché l'emergenza ora sono le bollette»; Risorse e sostegno alla maternità: «Ci ispiriamo al modello francese».
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Assegno, le richieste delle famiglie e i nodi Fisco e Isee
Oggi il primo faccia a faccia tra l'Associazione Famiglie Numerose e il ministro Roccella in vista dell'Osservatorio sull'Assegno Unico, nel quale partecipano come Forumfamiglie. Dopo aver incassato la correzione per le penalizzazioni sulle famiglie numerose, le richieste sono la revisione dell'Isee, l'aumento dell'assegno promesso in campagna elettorale, l'incremento per i figli maggiorenni e l'integrazione con una riforma fiscale con al centro la famiglia. Parla Moroni (ANFN).
L'Assegno pesa sull'Isee: corsa contro il tempo per evitare la beffa
Da quest'anno l'Assegno unico pesa nel calcolo dell'Isee: Il Governo ammette l'errore e promette correttivi per evitare che molte famiglie perdano bonus e servizi, ma c'è incertezza sui tempi. Nuovo report del Forumfamiglie per la revisione dell'Isee, strumento sempre più inadatto a rappresentare la ricchezza famigliare.
Il nuovo Isee penalizza i genitori con figli disabili
La riforma dell’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è stata realizzata brandendo le solite ragioni di maggior equità famigliare, quando è vero il contrario. A subire il contraccolpo più grave saranno proprio, ironia della sorte, le famiglie più numerose e più deboli, quelle in cui vivono dei disabili.
Isee, è ora di cambiare: si fa largo il quoziente famigliare
Per la prima volta un Governo accenna al quoziente famigliare nella Delega Fiscale. Al MEF si studia anche come superare le ingiustizie dell’Isee nell’accesso ai benefici di Stato. Lo stesso fa da tempo l’economista Federico Perali, che alla Bussola spiega: «L’Isee si riforma rendendolo più simile al quoziente famigliare, togliendo il peso adesso eccessivo del patrimonio e delle franchigie. In questo modo, soglia della povertà e dell’ISEE coinciderebbero rendendo più comprensibili a cittadini e amministratori le modalità di accesso agli aiuti. Ma con un occhio al costo della vita che da nord a sud è diverso».
Isee iniquo: il Parlamento mette alle strette il governo
Via libera del Senato: Governo impegnato a rivedere l'iniquo meccanismo Isee. Passa l'odg della Lega. Pillon alla Bussola: «Per gennaio servirà la modifica: proponiamo le indicazioni dell'Associazione Famiglie Numerose, che tengono conto dei carichi famigliari. La Sinistra che farà? Ascolta Fedez o difende i veri proletari?». Sull'Assegno Unico: «Troppo basso, così non va».
«Detrazioni e Isee: questo assegno unico è una menzogna»
«L'assegno unico non coprirà mai le detrazioni che verranno tolte e il meccanismo dell'Isee va cambiato perché svantaggia le famiglie con più figli». Alla vigilia del dibattito sulla riforma fiscale con l'assegno unico pronto a partire da metà luglio, il presidente dell'Associazione Famiglie Numerose striglia partiti e governo: «Metà delle nostre famiglie dovrà ricorrere alla clausola di salvaguardia, significa che questa nuova norma è peggiorativa». Appello sulle politiche fiscali: «Tra le tante proposte manca completamente lo sguardo sulla decontribuzione dei figli. Per lo Stato chi fa figli è sempre più un peso».
Perali: «Riformare l'Isee se vogliamo un assegno equo»
«L'Assegno unico riordina una selva di aiuti da raccolta punti supermercato, ma non sarà una vera svolta: lo Stato non sa ancora quanto costa un figlio e usa un Isee ingiusto». Parla l'economista Federico Perali, che ha messo a punto un Easy Isee in grado di generare un indicatore della situazione economica costruito sul Fattore famiglia.
Assegno unico, un flop se non si riforma l'Isee
Martedì in Senato approda la legge delega che riordina gli assegni famigliari in un unico assegno. Ma gli ostacoli sono ancora tanti in vista della partenza di luglio: incertezza sui fondi a disposizione, mancano all'appello almeno 8 miliardi. E con l'attuale meccanismo Isee molte famiglie numerose rischierebbeo di restare beffate. «Il sistema Isee va rivisto, così è ingiusto. Gli investimenti devono andare di pari passo con le riforme», spiega la senatrice Gallone (FI) alla Bussola.