Quale isolamento? L'esordio a Bruxelles di Giorgia Meloni
Mentre gli attuali oppositori prevedevano un'Italia isolata in Europa, l'esordio di Giorgia Meloni a Bruxelles è molto positivo. Toni collaborativi e un'accoglienza cordiale sono gli atteggiamenti più diffusi nei confronti della nuova premier italiana. La quale delinea, a Vespa, la sua idea di Europa confederale, con ampie autonomie nazionali.
Sembrava che, caduto il governo Draghi, per l’Italia arrivasse il diluvio. Forse nessuno più ricorda la propaganda elettorale delle sinistre e del cosiddetto Terzo Polo, che paventavano l’isolamento italiano in Europa e nel mondo qualora avessero vinto i post-fascisti. Si prospettavano disastri ineluttabili per il nostro Paese, che avrebbe dilapidato rapidamente il patrimonio di credibilità internazionale accumulato grazie a “Super Mario” e sarebbe stato guardato con sospetto dai partner europei proprio a causa della vittoria del centrodestra.
Un minuto dopo il successo di Giorgia Meloni, tutti i suoi detrattori internazionali si sono affrettati nel farle gli auguri di buon lavoro e si sono detti pronti a collaborare lealmente con il suo governo. Lo spauracchio di un’Italia isolata e ostile al disegno europeista ha rapidamente lasciato il posto all’apertura di fiducia nei confronti del nuovo inquilino di Palazzo Chigi e già oggi nessuno parla più di “Agenda Draghi” o di possibile ritorno al governo dell’ex premier.
È la riprova del fatto che la propaganda è una cosa e la realpolitik un’altra. I cosiddetti poteri forti internazionali hanno ben compreso che in Italia la sinistra è a pezzi e che i filo-draghiani hanno perso le elezioni. Dunque, meglio non ostacolare in modo pregiudiziale e aprioristico il cammino del nuovo esecutivo a guida Meloni, cercando semmai di condizionarlo in qualche sua scelta strategica.
Ecco perché il primo viaggio in Europa del nuovo premier italiano è iniziato ieri in un clima di fiducia, anzi sotto i migliori auspici. Ieri a Bruxelles Giorgia Meloni ha avuto un pranzo informale con il Commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni e ha incontrato i vertici comunitari (la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, e il presidente del Consiglio, Charles Michel).
«Oggi sarò a Bruxelles per incontrare i vertici delle istituzioni europee. La voce dell'Italia in Europa sarà forte: siamo pronti ad affrontare le grandi questioni, a partire dalla crisi energetica, collaborando per una soluzione tempestiva ed efficace al fine di sostenere famiglie e imprese e mettere un freno alla speculazione», ha scritto ieri la Meloni sui social. «Benvenuta Presidente Giorgia Meloni all'Europarlamento. L'Italia ha sempre avuto un ruolo centrale nell'Ue. Più che mai – con l'invasione Russa dell'Ucraina, prezzi dell'energia alle stelle e inflazione in aumento – dobbiamo rimanere uniti. Siamo più forti se stiamo insieme», ha scritto in un tweet la presidente Metsola.
Ma al di là dei convenevoli, cosa potrebbe effettivamente cambiare per l’Italia in Europa con l’avvento di un governo di centrodestra? In qualche modo, leggendo le anticipazioni del libro annuale di Bruno Vespa sulle vicende politiche nazionali e internazionali, si potrebbe già dedurre qualcosa. In tema di politica estera, la Meloni si sbilancia non poco: «La mia idea di Europa è quella di un'Europa confederale in cui viga il principio di sussidiarietà - dice dunque il premier al conduttore di Porta a porta - non faccia Bruxelles quello che può fare meglio Roma, non agisca Roma lì dove, da soli, non si è competitivi. Abbiamo avuto un'Europa invasiva nelle piccole cose e assente nelle grandi materie. Non converrebbe lasciare agli Stati nazionali il dibattito sul diametro delle vongole e occuparsi invece a livello comunitario dell'approvvigionamento energetico?». Il riferimento alle vongole non è casuale: un regolamento europeo “per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo” stabilisce a 25 millimetri la taglia minima che questi bivalvi devono avere per essere pescati. L'Italia ha ottenuto una deroga a 22 millimetri in virtù della piccola dimensione di tali molluschi nell'Adriatico, ma la Spagna, concorrente in questo settore, all'europarlamento sta cercando di farla saltare.
Per non parlare della legge Bolkestein sulla concorrenza, in questo caso sulle licenze per le spiagge. «Vogliono costringere noi a fare le aste per le assegnazioni nel 2023, mentre altri paesi hanno prorogato le concessioni. Per me questa disparità è incostituzionale», afferma la Meloni, che insiste anche sull’inesistenza di una politica estera europea, anche in altre materie assai delicate come le migrazioni e il blocco navale.
L’impressione è che la Meloni alla lunga possa puntare a rompere l’asse franco-tedesco e in particolare a indebolire la Germania, che di certo è la principale artefice dell’Europa a due velocità, sbilanciata, asimmetrica e poco coesa che abbiamo attualmente. In alcune vicende specifiche si è già capito che la Meloni si prepara a tirare fuori gli artigli anche a Bruxelles, per rilanciare la sovranità nazionale senza rinnegare l’Unione, esaltando le diversità nel contesto dell’unità europea.