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50 MILIONI AI RIFUGIATI

Qatar generoso coi profughi, ma per addestrare jihadisti

50 milioni di dollari stanno per giungere dal Qatar sotto forma di aiuti umanitari per i rifugiati nei campi di accoglienza basati in Turchia, Libano e Giordania, e gli sfollati in territorio siriano. Ma attenzione, il pericolo è che il regime di Doha utilizzi la donazione per formare una nuova generazione di jihadisti e militanti della Fratellanza Musulmana. 

Esteri 21_01_2019

Siria, 50 milioni di dollari stanno per giungere dal Qatar sotto forma di aiuti umanitari. Secondo la Qatar News Agency, il generoso donatore è l’emiro in persona, Tamim bin Hamad Al Thani, e a beneficiare dell’elargizione saranno i rifugiati nei campi di accoglienza basati in Turchia, Libano e Giordania, e gli sfollati in territorio siriano. Ma attenzione, non si tratta di un autentico gesto di solidarietà. Gli obiettivi sono ben altri. Il pericolo infatti è che il regime di Doha utilizzi la donazione per formare una nuova generazione di jihadisti e militanti della Fratellanza Musulmana, seguendo lo schema sin qui adottato nei campi che ospitano i rifugiati siriani a sud della Turchia.

Esperti basati ad Ankara e Istanbul il cui nome non può qui essere menzionato, confermano che dall’inizio della guerra civile il Qatar fornisce finanziamenti diretti a organizzazioni non governative turche per provvedere all’educazione dei bambini siriani nelle scuole allestite nei campi. Si tratta di organizzazioni islamiste legate al presidente sultano Erdogan, al suo partito e di conseguenza alla Fratellanza Musulmana. Un nome su tutti la IHH (Insani Yardim Vakfi, Fondazione per il Soccorso Umanitario), già protagonista dell’incidente della Nave Marmara che nel 2010 causò la rottura delle relazioni diplomatiche tra Turchia e Israele, e beneficiaria d’ingenti sovvenzioni governative.

Nelle scuole dell’IHH vige la segregazione dei sessi, con aule separate per maschi e femmine, e l’istruzione è di tipo esclusivamente religioso con imam che si occupano dell’indottrinamento all’islamismo dei Fratelli Musulmani sposato da Turchia e Qatar. Non è un caso che nei campi si sia registrato un alto tasso di radicalizzazione e di consenso per ISIS, con numerosi giovani reclutati come combattenti per i gruppi jihadisti controllati da Ankara e Doha nel nord della Siria, compreso il Fronte Al Nusra legato ad Al Qaeda. In quest’area l’IHH e altre organizzazioni islamiste turche distribuiscono aiuti umanitari alla popolazione, sfollati inclusi, ma si tratta di una copertura per la fornitura di armi ai suddetti gruppi e per il trasporto dei combattenti dalla Turchia. Esiste dunque la concreta possibilità che i finanziamenti provenienti dal Qatar continueranno a sostenere le attività dell’IHH anche in territorio siriano, in coordinamento con l’alleato turco.

Dopo aver scatenato la terribile guerra civile che ha devastato la Siria, il Qatar, la Turchia e i Fratelli Musulmani intendono compensare alla mancata caduta di Assad rafforzando ulteriormente la presa sulla componente sunnita della popolazione come strumento d’influenza per definire gli equilibri della Siria che verrà e per contrapporsi ad essi se non confacenti alle proprie pretese. I rifugiati che attendono il rientro e i profughi interni sono funzionali al raggiungimento di tale obiettivo, una facile preda per la radicalizzazione e il terrorismo dei Fratelli Musulmani che il Qatar notoriamente promuove anche attraverso il velo dei canali umanitari.

La falsa donazione annunciata dall’emiro Tamim Al Thani deve pertanto essere fermata, perché volta a dare origine ai jihadisti e ai militanti islamisti del futuro con cui Doha continuerà a destabilizzare la Siria e il resto del Medio Oriente.