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ELEZIONI

Punito il draghismo. Vince il Centrodestra, trionfa la Meloni

Stando alle prime proiezioni il Centrodestra conquista la maggioranza assoluta, ma con un forte travaso di voti a favore di Fratelli d'Italia, unico partito all'opposizione di Draghi. Dura sconfitta per il PD, intorno al 20%. Sorprendente rimonta dei 5Stelle, che superano il 16%, anche loro premiati dopo aver abbandonato il governo Draghi. Sarà ben difficile per Mattarella evitare di dare a Giorgia Meloni l'incarico per formare il governo.

Politica 26_09_2022
Giorgia Meloni al voto

Un italiano su tre non va alle urne, gli astenuti si confermano primo partito nel Paese, ma tra i votanti il centrodestra stravince. I sondaggi diffusi in maniera ufficiale fino a 15 giorni fa e ufficiosamente anche nelle ultime ore profetizzavano una vittoria schiacciante del centrodestra, soprattutto in termini di seggi. E vittoria è stata, dopo 14 anni dall’ultimo successo conseguito nel 2008. Fratelli d’Italia raggiunge il 26% e si afferma quale primo partito. La Lega si attesta attorno al 9%, Forza Italia attorno all'8%, i centristi di Lupi, Toti, Cesa e Brugnaro prendono meno del 2%. Secondo partito il Pd, che sfiora il 20%, terzo partito il Movimento Cinque Stelle, che supera il 16%. Il terzo polo non sfonda perché rimane fermo al 7%, mentre sognava un risultato a due cifre.

Per la prima volta gli exit poll si confermano attendibili. Le sorprese preannunciate o immaginate a causa di una leggera flessione degli elettori non si sono verificate. Sembra che le previsioni siano state rispettate.

Il centrodestra si rafforza, anche se si registra un travaso di voti tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. I voti di Fratelli d’Italia superano la somma dei voti dei partiti alleati (Lega, Forza Italia, Noi Moderati). Il partito della Meloni prende oltre cinque volte i voti raccolti alle politiche del 2018, quando prese poco più del 4%. In poco meno di 10 anni di vita, quel partito è salito dal 2 al 25%. Nel centrosinistra il Pd, che questa volta ha inglobato Leu (che nel 2018 si era presentato da solo), perde sonoramente e, con ogni probabilità, questa volta andrà all’opposizione.

I Cinque Stelle, che due mesi fa venivano dati per morti, superano il 16%. Soprattutto al sud, grazie al reddito di cittadinanza, il Movimento guidato da Giuseppe Conte raccoglie molti voti e seggi. Evidentemente la scelta di far cadere il governo Draghi è stata premiata dagli elettori. La risalita dei pentastellati e il successo della Meloni confermano la sconfitta del draghismo e dei partiti che avevano sostenuto l’esecutivo uscente. Tuttavia, i voti grillini sono congelati e indisponibili per qualsiasi eventuale maggioranza alternativa a quella del centrodestra perché il Movimento Cinque Stelle è tornato alle origini, al popolo del vaffa e difficilmente potrà fare alleanze con il Pd e con il terzo polo.

Sul versante dei seggi, alla Camera il centrodestra dovrebbe conquistarne 250 su 400 su base nazionale. Al Senato, su 200 seggi assegnati su base regionale, la coalizione guidata da Giorgia Meloni potrebbe averne 120. Quindi, in entrambi i rami del Parlamento, la coalizione vincitrice ha ampi margini per governare.

La sinistra si lecca le ferite. Le divisioni interne che il segretario dem, Enrico Letta non è riuscito a ricomporre hanno prodotto una sconfitta cocente, che avrà ripercussioni anche sulla guida del partito. Senza comunisti e verdi il Pd rimane sotto la soglia psicologica del 20%. Impegno civico, il partito di Luigi Di Maio, non raggiunge l’1%, il Ministro degli esteri viene sonoramente punito dai suoi elettori e non rientra neppure in Parlamento. È il fallimento di una scissione propiziata da Mario Draghi per isolare Conte e che invece si ritorce contro Luigi Di Maio e gli altri transfughi, nessuno dei quali risulta eletto.

Alla luce di questi risultati, sembra davvero impossibile che il Presidente della Repubblica non dia a Giorgia Meloni l’incarico di formare il nuovo governo.