Protestanti contro il pass vaccinale, la Chiesa invece tace
Mentre in Italia il tema si comincia ad introdurre lentamente parlando di pass verde, in Gran Bretagna la proposta è già sul piatto da giorni. Ma oltre 1250 leader cristiani hanno deciso con coraggio e ragionevolezza di spiegare la deriva senza precedenti di tali misure e la ferma opposizione di richiederlo negli edifici di culto per difendere i propri fedeli, la libertà religiosa e di coscienza. Dalla Chiesa Cattolica non si hanno invece notizie.
Mentre in Italia il tema si comincia ad introdurre lentamente parlando di pass verde e passaporto della salute (se le parole hanno un certo impatto la scelta di non usare il termine passaporto vaccinale ha un suo perché), rilasciato per spostarsi a chi dimostri di essersi vaccinato, di essere guarito dal Covid o di non esserne affetto, in Gran Bretagna la proposta è già sul piatto da giorni. Qui si comincia a introdurlo come lasciapassare per viaggiare da una Regione all’altra mentre oltremanica siamo già all’ipotesi di usarlo per accedere ad ogni attività lavorativa, commerciale, ricreativa e persino di culto.
Proprio così, l’idea è anche quella di imporlo come lasciapassare ai fedeli per recarsi in Chiesa. Mentre la diocesi di Westmister contattata dalla Nuova Bussola Quotidiana non ha dato risposta della propria posizione in merito, ad intervenire contro la proposta sono stati invece migliaia di leader religiosi che hanno scritto al primo ministro Boris Johnson le ragioni della propria avversità.
Secondo oltre 1250 pastori di diverse denominazioni cristiane di tutto il Regno Unito, questa sarebbe infatti, "una delle proposte politiche più pericolose mai fatte nella storia della politica britannica" con il "potenziale di portare verso la fine della democrazia liberale come l’abbiamo conosciuta”. La lettera aperta afferma che "l'introduzione di passaporti vaccinali costituirebbe una forma immorale di coercizione e violazione del principio del consenso informato". Ragion per cui finora persone affette da malattie contagiose (basti pensare all’Hiv) non sono mai state costrette a rivelare il proprio stato di salute se non in casi eccezionali come quelli relativi agli ambiti sanitario-ospedalieri.
Secondo i religiosi poi le persone potrebbero avere valide ragioni "per non riuscire o non voler essere vaccinate". Si cita qui il diritto all’obiezione di coscienza, fondamento di ogni potere democratico, riferendosi ai "gravi problemi di coscienza legati all'etica della produzione o dei test dei vaccini" che non escludono le linee cellulari di feti abortiti. Perciò passaporti simili sarebbero "divisivi, discriminatori”, generatori di “una società a due livelli, un'apartheid medico in cui una sottoclasse di persone che rifiuta la vaccinazione viene esclusa da aree significative della vita pubblica”.
Ma il problema non è relativo solo al pass, perché accettando questa misura si accetta uno "schema" che ha il potenziale "di creare uno stato di sorveglianza in cui il governo utilizza la tecnologia per controllare alcuni aspetti della vita dei cittadini”, per questo quella del certificato vaccinale sarebbe appunto “una delle proposte politiche più pericolose mai fatte nella storia della politica britannica".
Di fronte a tutto ciò migliaia di leader protestanti sono quindi decisi a resistere, anche perché basta usare un minimo di ragionevolezza per capire che se davvero “i vaccini sono altamente efficaci nel prevenire malattie...allora coloro che sono stati vaccinati hanno già ricevuto protezione; non c'è alcun vantaggio per loro che altre persone siano vaccinate".
Così il governo dovrà, prima di decidere, almeno prendere atto che "come leader cristiani...non prevediamo circostanze in cui ci sarà possibile chiudere le porte in faccia a coloro che non hanno un passaporto vaccinale, un certificato di test negativo o qualsiasi altra 'prova di Salute'. Per la chiesa di Gesù Cristo escludere coloro che lo Stato considera socialmente indesiderabili sarebbe un anatema per noi e una negazione della verità del Vangelo".
Insomma, sono tantissimi i protestanti che, intervenendo prima del tempo, hanno deciso con coraggio e ragionevolezza di entrare nel dibattito pubblico per difendere non solo la democrazia ma anche i propri fedeli e la loro libertà non solo religiosa ma anche di coscienza. Dalla Chiesa Cattolica non si hanno invece notizie. Sarebbe triste vederla ancora piegata su posizioni non solo discriminatorie per la fede ma persino pericolose per la democrazia, sempre più in ritirata rispetto al suo compito di difesa del Bene Comune.