
Oltre 1.300 lavoratori etiopi sono stati espulsi dall’Arabia Saudita da quando alla fine di novembre è scaduto il tempo concesso dalle autorità agli immigrati illegali – secondo stime governative circa un milione in prevalenza africani e asiatici del sud e del sud-est – per mettersi in regola oppure andarsene volontariamente. Il ministro dei cittadini etiopi all’estero, Demeke Atinafu, ha assicurato che l’Etiopia sta collaborando con l’Arabia Saudita per garantire a tutti un rientro in patria sicuro. L’ordine agli immigrati illegali di lasciare il paese era stato emanato a marzo, ma pochi lo avevano rispettato. Una prima proroga era stata fissata a fine giugno. Da allora 70.000 cittadini etiopi sono già rientrati in patria. Come la maggior parte degli stranieri in Arabia Saudita, quasi tutti lavoravano come domestici e come braccianti agricoli. Il governo etiope è stato uno dei primi in Africa ad adottare politiche di contrasto all’emigrazione clandestina. Nel 2015 ha avviato delle campagne per informare la popolazione dei rischi e delle insidie dei viaggi attraverso il Golfo di Aden e il Mediterraneo. Al tempo stesso ha intensificato i controlli che hanno portato all’arresto di centinaia di trafficanti.