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LETTERA

Prodi ne ha detta una giusta: il PD è diventato Radicale (quindi perde)

Prodi ne ha detta una giusta, almeno questa volta: il PD perde voti perché invece di difendere i diritti degli operai difende quelli degli LGBT. La trasformazione del PCI e poi di tutti i suoi successori in un partito radicale di massa è iniziata con la campagna del divorzio e poi è diventata irreversibile.

Politica 18_11_2019
Berlinguer e Pannella

Caro direttore,

in questo momento così confuso, è capitato, a quel che si legge, che anche Romano Prodi abbia detto una cosa giusta. Riferisce qualche giornale, infatti, che il Professore avrebbe detto che il PD ha perso voti perché si è messo a difendere gli omosessuali, invece che difendere gli operai. Il giornalista di Repubblica Federico Rampini ha ripreso il tema, esprimendo, più o meno, lo stesso concetto. Il mondo LGBT, naturalmente, si è arrabbiato.

Eppure, questa volta Prodi ha detto una cosa vera, che io esprimerei in questo altro modo: il PD sta perdendo consenso perché si è trasformato in un partito radicale di massa ed è destino dei partiti radicali avere pochi voti, anche se poi vincono, di fatto, tante battaglie ideologiche. La trasformazione in partito radicale è cominciata parecchi anni fa. Sicuramente ha avuto una fortissima accelerazione in occasione del referendum sul divorzio, quando l’allora Partito Comunista Italiano, attraverso i propri militanti più accaniti e soprattutto attraverso le pagine dell’Unità,fece una durissima campagna a favore del divorzio, diventando decisivo per l’esito finale di una legge che, nel tempo, si è rivelata una legge spacca famiglie. Io partecipai attivamente alla campagna contro il divorzio (munito di un bel documento di CL, che definiva il divorzio una “riforma borghese”) e devo dire che ero molto meravigliato che un partito popolare come l’allora PCI prendesse posizione, appunto, a favore di una riforma borghese: non mi ero accorto che quel partito aveva iniziato a diventare un partito radicale. La stessa cosa successe per il referendum sull’aborto, quando un PCI filo operaio sposò la campagna sguaiata e volgare di Bonino e compagnia. E poco dopo iniziò la calata delle nascite, anche grazie ad intellettuali di sinistra che fecero duri interventi culturali a favore del controllo sistematico delle nascite. Ed ora siamo alla crescita sottozero.

Cambiando spesso pelle, il partito principale della sinistra ha proseguito senza alcuna autocritica verso la direzione “radicale”. Nell’ultima fase, il PD, anche se guidato da un cattolico, ha lottato duramente, a colpi di voti di fiducia, per far passare una legge in netto contrasto con l’articolo 29 della nostra Costituzione, quella che ha introdotto le unioni civili, con il voto favorevole anche dei cattolici che fanno parte del PD (ed anche di cattolici che non ne fanno parte, purtroppo). Non a caso quella legge si chiama anche legge Cirinnà, con riferimento alla parlamentare che più di ogni altro lottò perché la legge passasse e la Cirinnà è un esponente importante del PD. Mi colpì molto che, dopo pochi minuti dall’approvazione di tale legge, Renzi (premier del governo e segretario del PD) telefonò ad Obama per dare la “buona notizia” al presidente liberal degli Usa. A conferma che il punto di riferimento del partito della sinistra è l’ideologia liberal, cioè radicale, invece della preoccupazione per la tutela delle classi più emarginate. Con questa legge, il PD ha dato un altro colpo alla stabilità della famiglia. Dopo poche settimane, quello stesso partito ha votato una legge che, di fatto, ha aperto, se non spalancato, le porte al principio dell’eutanasia. Così il PD è diventato un partito radicale e quindi è destinato a dimezzare i propri voti .

Ma non basta. In questi giorni in cui il nostro Paese continua ad essere impantanato in una crisi economica che pare non abbia fine; in questi giorni in cui rischiamo di perdere una delle più importanti industrie metallurgiche d’Europa; in questi giorni in cui molte regioni stanno subendo ingentissimi danni, Venezia in testa, a causa delle insolite piogge novembrine; ebbene, in questi giorni drammatici la solita Cirinnà (PD) non trova nulla di meglio che proporre che negli organi elettivi venga riservata una quota a rappresentanti del mondo LGBT. Pazzesco! Mi sembra una proposta offensiva anche per quel mondo, che la Cirinnà, evidentemente, equipara ad una sorta di panda, che hanno bisogno di una tutela legale, dimenticando che il voto spetta sovranamente solo e unicamente al popolo. Ma senza bisogno di polemizzare, l’iniziativa della Cirinnà conferma che il PD sembra sempre di più ad un partito radicale, ma con coefficiente minore di democrazia.

La virata “radicale”, insomma, fa perdere voti, anche se il PD non se ne accorge. Alla Bonino non sono bastati i soldi di Soros: ha perso ugualmente le elezioni europee, perché gli italiani hanno ben altri problemi e non si fanno incantare dalle favole ideologiche, lontane dalla realtà.