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OCCHIO ALLA TV

Processi televisivi

Anche le regole dei processi televisivi prevedono sempre il confronto fra le due parti. Ma non sempre vengono rispettate le logiche di equilibrio e imparzialità che dovrebbero guidare il servizio pubblico

Occhio alla Tv 23_09_2011

Tra le notizie politiche di ieri, quella di maggiore interesse riguardava l'atteso voto alla camera sulla richiesta d’arresto dell’on. Milanese, ex collaboratore del ministro Tremonti, al centro di un’inchiesta giudiziaria su presunti favori in cambio di denaro. All’esito della votazione era legata la tenuta del Governo in carica. I deputati hanno votato a maggioranza contro l’arresto.

Bruno Vespa è riuscito ad assicurarsi la presenza del deputato sotto accusa a “Porta a porta”, per un’intervista “esclusiva” andata in onda ieri sera nella prima parte del programma. La facoltà di una persona di difendersi è un diritto, ma è opportuno che il canale di punta della tv pubblica dia largo spazio a un’autodifesa senza contraddittorio?

In teoria, per le dichiarate logiche di equilibrio e imparzialità che dovrebbero guidare il servizio pubblico, Vespa avrebbe dovuto dare altrettanto spazio alla controparte, ovvero a chi accusa Milanese di aver compiuto atti fuori dalla legge. Anche le regole dei processi televisivi prevedono sempre il confronto fra le due parti.

Il navigato conduttore ha preferito lasciare la parola soltanto all’accusato, come aveva già fatto in passato, per esempio invitando da Annamaria Franzoni, accusata del delitto di Cogne, o i giovani assistenti universitari Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, accusati dell’omicidio di Marta Russo. Anche in questi casi, le persone sotto accusa erano state sue ospiti prima della sentenza, quasi a voler anticipare il corso della giustizia ordinaria.

Fatto salvo il principio della presunzione d’innocenza, è meglio che ognuno faccia il proprio mestiere nelle sedi appropriate e senza confusione di ruoli.