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OCCHIO ALLA TV

Processi popolari

La fortuna di trasmissioni che propongono casi giudiziari liberamente ispirati al’attualità, in cui i confini fra ragioni e torti non sono nettamente definiti e finalizzati a favorire l’identificazione degli spettatori. Vanno prese come reality-show la cui efficacia è affidata soprattutto alle capacità recitative dei protagonisti in studio.

Occhio alla Tv 11_08_2011

È scontro diretto quotidiano fra “Verdetto finale” (RaiUno, ore 14.10) e “Il tribunale di Forum” in sessione pomeridiana (Rete4, ore 14.05). Quest’ultimo è un’appendice del più noto “Forum” in onda da anni su Canale5 sotto la conduzione di Rita Dalla Chiesa, mentre la proposta della rete ammiraglia Rai è un format autoprodotto, ma deve molto al più noto programma Mediaset.

Al di là di alcune differenze strutturali, il punto di forza di entrambe le trasmissioni è la proposta di casi giudiziari liberamente ispirati al’attualità, in cui i confini fra ragioni e torti non sono nettamente definiti e finalizzati a favorire l’identificazione degli spettatori che possono trovarsi alle prese con situazioni simili.

A rappresentare le parti entrano in scena anche gli avvocati e lo stile all’americana del dibattito è evidente. Più che il verdetto finale espresso dal giudice, intriga il pubblico la decisione della giuria popolare, rispetto alla quale il processo di possibile immedesimazione da parte dello spettatore è ancora più forte.

Non sempre il sentire comune è inlinea con l’esito prodotto dall’iter legale e le rispettive conduttrici, Veronica Maya e Rita Dalla Chiesa, parteggiano apertamente per il giudizio popolare. Se così non fosse, sarebbe più difficile attirare l’interesse del pubblico, che invece in questo modo si sente parte attiva nel “processo”.

Inutile cercare una pur minima coerenza giuridico-formale in questo genere di trasmissioni, che vanno prese come reality-show la cui efficacia è affidata soprattutto alle capacità recitative dei protagonisti in studio.