Pro Vita chiede a Giuli la revoca di Spano, il ministro è già in trincea
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Dopo i nostri articoli su Spano vice capo di gabinetto di Giuli, Pro Vita e Famiglia lancia la petizione: «Inaccettabile, annulli la nomina». Ma il ministro tira dritto e caccia il capo di gabinetto Giglioli spalancando così le porte all'ex direttore Unar dello scandalo prostituzione gay.
Sulla controversa nomina da parte del ministro della Cultura di Francesco Spano a vicecapo di Gabinetto c’è qualcuno che dice no. Pro Vita e Famiglia ha promosso una petizione per chiedere di rimuoverlo dall’incarico (QUI per firmare). Così scrive in un comunicato la onlus di Antonio Brandi e Jacopo Coghe: «Nel 2017, Spano fu travolto da uno scandalo vergognoso. Un'inchiesta giornalistica rivelò che, mentre dirigeva l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), concesse un finanziamento pubblico di 55mila euro a un'associazione LGBTQ accusata di nascondere dietro la "lotta alle discriminazioni" una rete di circoli gay in cui si praticavano prostituzione, scambismo e promiscuità sessuale di ogni genere - tra dark room e glory hole».
La onlus ricorda che «lo scandalo fu così devastante che persino l’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi (Governo Gentiloni), che aveva il controllo sull'UNAR, fu costretta a far dimettere Spano».
Così commentano Coghe e Brandi: «Come possiamo tollerare che un Ministro di Fratelli d’Italia promuova un personaggio come Spano, quando fu proprio Giorgia Meloni, sette anni fa, a chiedere con forza le sue dimissioni e la chiusura dell’UNAR?
È inaccettabile che un personaggio legato a scandali di tale gravità, venga ora promosso in un ruolo così importante. La nomina di Spano (in foto) come vicecapo di gabinetto del Ministero della Cultura non solo contraddice i princìpi su cui si basa l'attuale maggioranza, ma va anche contro le promesse elettorali del governo, che aveva dichiarato di voler sostenere i valori della famiglia e dell'integrità morale».
Da qui la petizione che è stata pubblicata sul portale di Pro Vita e Famiglia ieri pomeriggio e che si può già firmare. Nel testo si chiede «al Ministro della Cultura Alessandro Giuli di revocare la nomina di Francesco Spano a suo vicecapo di gabinetto». «Appare quindi sconcertante che – si legge -, dopo essere stato cacciato dalla “porta” dell’UNAR, Spano possa ora rientrare dalla “finestra” del Collegio Romano. Tanto più che, sette anni fa, il centrodestra in generale, e l’attuale Premier Giorgia Meloni in particolare, furono in prima linea nel chiederne - e ottenerne - l’allontanamento. Revocare l’incarico assegnato a Spano nell’ambito del Suo Ministero appare quindi un atto dovuto: e rassicurerebbe anche gli elettori di centrodestra - e di Fratelli d’Italia - che non hanno votato questa maggioranza per poi ritrovarsi un personaggio tanto controverso in un Dicastero così importante».
Da quanto risulta alla Bussola, che per prima ha collegato la notizia della nomina al passato di Spano, il ministro Giuli è quanto mai deciso a difendere il suo operato e a confermare Spano, ma certi "casi" non si sa che deriva possano prendere. Il Ministero, tra l’altro è già finito nella bufera per la nomina di Fabrizio Tagliaferri alla guida di Ales, una società collegata al ministero della Cultura, il cui curriculum sarebbe a detta delle opposizioni inadeguato. Nonostante si tratti di una nomina effettuata dal predecessore di Giuli, Gennaro Sangiuliano, giovedì in Senato, rispondendo ad una interrogazione di Matteo Renzi, ha difeso quella scelta respingendo al mittente le polemiche. Ora, vedremo che cosa farà Giuli e soprattutto che cosa faranno Giorgia Meloni e gli altri alleati della compagine governativa, dalla Lega a Forza Italia, che furono in prima fila per chiedere le dimissioni di Spano.
Quel che è certo è che il cammino di Giuli al Collegio Romano, che ha portato al ministero Spano dal Maxxi, comincia già in trincea. Ieri ad esempio, il ministro ha comunciato aver revocato l'incarico all'attuale capo di gabinetto Francesco Giglioli, ma i modi con cui si è arrivati a questa decisione repentina fanno intendere che non si sia trattato di un normale avvicendamento: «Si comunica che, essendo venuto a mancare il rapporto fiduciario, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha revocato l'incarico di Capo di Gabinetto al Consigliere Francesco Gilioli». Un fulmine a ciel sereno dato che Giglioli era stato appena riconfermato, tanto più che il suo nome è quello che esce piu "pulito" dalla vicenda Boccia Sangiuliano dato che fu proprio lui in qualità di capo di gabinetto a stoppare il ministro innamorato dal fare la nomina alla "pompeiana esperta".
Che cosa vuol dire dunque, Giuli, quando parla di "venir meno della fiducia"? Forse una formula standard per una decisione gia presa: guarda caso, secondo un'indiscrezione del Messaggero, per Spano era già pronto il posto di capo di gabinetto che però si sarebbe liberato a gennaio. E così, la notizia del siluramento di Giglioli, sembra aprire così le porte all'ex direttore dell'Unar.
A meno che qualcuno, dalle parti della maggioranza, non apra un caso politico su una nomina quanto mai discussa e ad alto rischio. Contro Spano insorsero non solo Giorgia Meloni, ma anche Maurizio Gasparri e Lucio Malan, all'epoca in Forza Italia. Chissà se si ricorderanno quanto tuonarono contro di lui e se ritroveranno l'antico ardore?
Giuli, la nomina di mister Lgbt e il complesso del parvenu
Spano ce l'ha fatta: cacciato per i finanziamenti ai circoli della prostituzione gay dopo le proteste della Meloni, entra come vice capo di gabinetto del neo ministro della Cultura Giuli, il cui pensiero neo pagano è chiaramente più vicino alla Sinistra che ad un ipotetico governo di Destra cattolica.
In corsa per un posto al Ministero l'uomo dello scandalo gay-Unar
Secondo il Messaggero (non smentito) il neo ministro della Cultura Giuli ha pronto un incarico di rilievo per l'attuale segretario del Maxxi di Roma, Spano. Ma è lo stesso che il Centrodestra portò alle dimissioni, indignato dopo lo scandalo dei fondi Unar al sottobosco delle associazioni dedite alla prostituzione gay.
Unar nella bufera: l'ombra della prostituzione gay
Servizio delle Iene denuncia: l’Unar ha finanziato con 55mila euro un circolo gay in cui aleggia lo spettro della prostituzione. L'imbarazzo del direttore dell'ufficio che fa capo a Palazzo Chigi: "Verificheremo". Ma il sospetto è che lo stesso direttore sia socio del circolo finanziato. Lui abbozza qualche timida risposta, ma la vicenda è torbida. Se fosse confermato emergerebbe lo scandalo del finanziamento pubblico ad un circolo che pratica reati di natura sessuale.
Una fetida e costosa dark room di Stato
Dopo il servizio delle Iene si dimette il direttore Spano e la Boschi blocca i finanziamenti. Ma il caso delle dark room nei circoli affiliati all'associazione Andoss svela il vaso di pandora dell'ipocrisia di Stato che finanzia con la scusa della discriminaizone di gay e lesbiche un ingentissimo indotto dove circoli culturali mascherati si dedicano in realtà alla vita gay con dark room, promiscuità sessuale e saune di copertura. Un bel modo di usare i soldi pubblici che oggi è sotto gli occhi di tutti e che mostra lo squallore di un ufficio governativo che ha stanziato oltre 400mila euro per la causa omosessualista.
La politica nella dark room dell'ipocrisia
Se allo Stato va bene concedere soldi per orge e saune gay, lasciateci almeno dire che senza alcun criterio morale con cui giudicare la realtà, la politica resta intrappolata nella dark room dell'ipocrisia. Ecco perché a dimettersi doveva essere anche la Boschi. Ma non l'ha fatto: le lobby gay hanno bisogno di una madrina presentabile e cattolica.