Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

DOTTRINA SOCIALE

Presentato un Manifesto per amministratori locali

Il rovesciamento dei valori e il relativismo che distrugge la solidità sociale cominciano dal basso. "Liste civiche" uno strumento utile.

Attualità 07_03_2011
sindaci Il cattolico in politica deve continuamente operare delle scelte che chiamano in causa la coscienza morale, anche per questo è determinante che i cattolici decidano di impegnarsi nella politica magari iniziando proprio dalle autonomie locali. E’ di fondamentale importanza un saldo ancoraggio al territorio, perché è nel territorio che crescono, si consolidano, si affermano i valori fondamentali della famiglia, del rispetto della persona e della vita, della solidarietà, dell’amore per le proprie tradizioni, storia, cultura, ambiente. Anche l’economia reale - ancorata alla concretezza delle cose, alla capacità creativa e realizzativa del lavoro dell’uomo e, pertanto, preordinata al benessere dell’uomo stesso piuttosto che alla speculazione finanziaria ed al profitto - è necessariamente radicata nel territorio ed in esso si sviluppa.

Il MCL - con la sua rete sull’intero territorio nazionale costituita da migliaia di Circoli e di Sedi di Servizi, da centinaia di amministratori locali - rappresenta una forza socialmente e culturalmente molto significativa che può, e deve dare, un grande apporto costruttivo per ricostruire quel tessuto di rappresentanza dei valori e di sintesi degli interessi legittimi del territorio, più che mai indispensabile nel momento in cui il Paese si trova a dover fronteggiare una crisi economica, sociale e morale grave. Ma anche una crisi di credibilità ed autorevolezza della politica che nasce da una ventennale latitanza, intesa nel senso più alto; dalla radicale inadeguatezza degli attuali partiti e della classe dirigente nel suo complesso tranne pochissime, seppur significative, eccezioni; dall’incapacità di proporre una visione dell’Italia e del suo futuro in grado di parlare al cuore e alla mente degli italiani suscitando consenso profondo.

La presenza del MCL diffusa sul territorio nasce da una concezione culturale che, facendo riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa, vede questa presenza non come presidio in nome di una ideologia politica, ma come forma diffusa di rappresentanza e di presidio dei valori del territorio e dei suoi legittimi interessi.

In quest’ottica, il 2 marzo a Roma, si è tenuta la Conferenza Nazionale MCL degli amministratori locali - cui sono intervenuti, fra gli altri, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, il Consigliere della Regione Lazio Olimpia Tarzia, il Sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio - che ha riunito centinaia di amministratori locali di comune matrice cattolica provenienti da tutte le forze politiche. All’interno dell’iniziativa è stato presentato un Manifesto, predisposto dalla Fondazione Italiana Europa Popolare, diretto agli amministratori locali nell’approssimarsi delle consultazioni amministrative della prossima primavera.

Gli amministratori locali di area cattolica temono il rovesciamento dei valori e il relativismo che distrugge la solidità sociale, chiedono una maggiore partecipazione democratica che parta dal territorio, dalle autonomie locali: questi solo alcuni dei temi che sono stati discussi nella Conferenza.

E’ necessario utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e, tra questi, si può annoverare anche la possibilità che nascano, in alcune città, delle “liste civiche” che rifiutando ogni localismo corporativo mantengano un forte legame con il territorio. L’importante è che le scelte siano operate con coerenza e, soprattutto, senza mediazioni impossibili.
E una tappa importante per verificare la coerenza dei cattolici, ovunque eletti, è l’appuntamento alla Camera sul testamento biologico di cui auspichiamo un’approvazione rapida con una larga maggioranza.
Il cattolico, se assume delle cariche pubbliche, non rappresenta solo i cattolici e nemmeno i suoi elettori in generale, men che meno rappresenta la Chiesa, ma è a disposizione della casa comune di tutti i cittadini ed opera per il bene di tutti. Questo assegna alla coscienza morale del cattolico un ruolo molto importante.

Nell’azione politica spesso ci si trova di fronte a scelte che implicano anche delle azioni moralmente inammissibili. È il caso per esempio del riconoscimento per legge del diritto ad abortire, o delle leggi che permettono il sacrificio di embrioni umani, oppure quelle che legalizzano il suicidio assistito e l’eutanasia, o che si oppongono alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna (con ricadute anche a livello di Enti locali). A queste e ad altre simili scelte il cattolico in politica non può dare, assolutamente, il proprio assenso.
La politica non è mai solo teoria o procedura, non è a servizio di se stessa ma è a servizio di altro, ben più importante: la dignità della persona e il bene comune.
E su questo il politico cattolico deve interrogare la propria coscienza.

* Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori