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pellegrinaggio

Posti esauriti per il ritorno del rito antico a San Pietro

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Riammessa dopo tre anni di divieto, la liturgia tradizionale affolla la Basilica vaticana: oltre duemila presenti al pontificale celebrato dal card. Burke per l'annuale raduno del Summorum Pontificum. Numeri altissimi e bassa età media a testimoniare l'ottimo stato di salute dei fedeli legati al Vetus Ordo.

Ecclesia 27_10_2025
LaPresse (AP Photo/Alessandra Tarantino)

La fotografia migliore della Messa pontificale celebrata dal cardinale Raymond Leo Burke all'altare della cattedra di San Pietro l'ha fatta in una battuta Damian Thompson, brillante firma del britannico The Spectator: «Sai che è un rito antico quando i sacerdoti non sono antichi». E in effetti ciò che colpiva di più della cerimonia di sabato pomeriggio era la giovanissima età non solo dei sacerdoti ma anche di tutti i fedeli presenti.

Numerosissimi, sicuramente più di duemila persone. Se ne sono accorti gendarmi e sampietrini che si sono ritrovati a gestire l'imponente afflusso per l'evento clou del 14° pellegrinaggio Summorum Pontificum. Panche e posti in piedi esauriti, in tanti sono stati costretti a rimanere nelle navate confinanti e ben presto si sono create delle file all'interno della Basilica. Un disagio «dolce», se vogliamo, perché ha testimoniato l'ottimo stato di salute della comunità degli amanti della cosiddetta Messa tridentina. Tanta partecipazione e tanta l'attenzione dei media, con una folta rappresentanza di giornalisti e fotografi come mai si era vista fino al 2022.

La Messa in Vetus Ordo per il pellegrinaggio Summorum Pontificum mancava da San Pietro da tre anni e l'ultima volta non era stata pontificale. All'epoca era già entrato in vigore Traditionis Custodes da più di un anno e si era alle battute iniziali di una guerra liturgica che ha provocato gravi divisioni all'interno della Chiesa nell'ultima parte del pontificato di Francesco. Il contestato motu proprio è ancora lì, tristemente in piena funzione, ma Leone XIV ha dato un segnale significativo ed anche distensivo autorizzando questa Messa. L'ostilità alla forma straordinaria del rito romano è una caratteristica minoritaria anche nella fazione più progressista della Chiesa e persino chi ritiene la sua celebrazione ormai anacronistica è perplesso sull'utilità di Traditionis Custodes e dei provvedimenti restrittivi che l'hanno seguito.

Nella sua omelia, il cardinale Burke ha omaggiato la figura di Maria ed ha ricordato il centenario dell'apparizione nel convento di Pontevedra, quando la Madonna, con accanto Gesù Bambino, raccomandò a suor Lucia di Fatima la devozione nei primi cinque sabati per cinque mesi consecutivi come riparazione alle offese arrecate al Sacratissimo Cuore di Gesù e al Suo Cuore Immacolato. Un discorso molto spirituale quello del prefetto emerito della Segnatura che forse avrà deluso alcuni giornalisti presenti e abituati a raccontare in termini "politici" tutto ciò che questo grande pastore fa e dice. Non a caso, chi lo ha riportato ha messo in evidenza soprattutto il passaggio contro il «comunismo ateo», sebbene sarebbe stato giusto contestualizzarlo nell'ambito della rievocazione storica della Madonna di Fatima a cui faceva riferimento Burke.

E a proposito di comunismo ateo, nella prima fila di panche, accanto al cardinale Walter Brandmüller, ha assistito alla celebrazione anche il 97enne cardinale Ernest Simoni. Arrivato da Firenze appositamente, l'anziano porporato ha trascorso 28 anni di vita tra la prigione e i lavori forzati a cui era stato condannato dal regime comunista di Enver Hoxha che in Albania aveva proclamato l'ateismo di Stato. Proprio lui ha fortemente voluto concludere la cerimonia di sabato pomeriggio pronunciando la preghiera di esorcismo a San Michele Arcangelo scritta da Leone XIII.

Sia lui che Burke hanno ricordato di pregare per un altro Leone, quel Leone XIV che autorizzando la Messa a San Pietro ha già messo fine alla stagione più drastica della guerra liturgica contro il Vetus Ordo inaugurata con Traditionis Custodes  dando un grande dolore a Benedetto XVI ancora vivente. 



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