Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
RINVIO ALLA CORTE

Portogallo: il presidente blocca la legge sull'eutanasia

ll presidente del Portogallo ha deciso di rinviare alla Corte Costituzionale la norma che legittima l'omicidio dei malati approvata dal Parlamento. Secondo lui il testo è incostituzionale, ma esistono diversi possibili esiti di questa azione, fra cui anche il veto presidenziale. Intanto esulta il mondo pro life.

Vita e bioetica 23_02_2021 English Español

Il Presidente del Portogallo, il cattolico Rebelo de Sousa, ha deciso nei giorni scorsi di rinviare (18 Febbraio) alla Corte Costituzionale il testo della legge sulla eutanasia approvato dal Parlamento fine gennaio scorso.

E’ significativo che il rinvio alla Corte sia stato deciso dal Presidente nello stesso giorno in cui il testo di legge è giunto sul suo tavolo. Tra le scelte possibili, questa decisione era quella auspicata dai leader religiosi e dalle molteplici Associazioni pro vita e famiglia che si erano impegnati nella raccolta di centinaia di migliaia di firme per chiedere un referendum abrogativo della norma, ipotesi bocciata dalla maggioranza parlamentare. La via di una valutazione di Costituzionalità che anticipi una qualunque decisione da parte del Presidente, potrebbe portare ad una bocciatura del testo da parte dei giudici per la violazione del dettato costituzionale e, di conseguenza, lo stop della discussione sul tema sino almeno alla prossima legislatura.

Tra i 13 rilievi sui quali il Presidente chiede una valutazione di costituzionalità si avanzano dubbi sulla genericità delle norme che stanno al cuore del provvedimento (art.1, 2, 4,5,7, e 27) ed inoltre “se la regolamentazione specifica della morte medicalmente assistita operata dal legislatore sia conforme alla Costituzione in una materia che è al centro dei diritti, delle libertà e delle garanzie dei cittadini, poiché coinvolge il diritto alla vita e la libertà di limitarla, in un quadro di dignità umana”. Ancora, i concetti di ‘sofferenza intollerabile’, sono soggettivi e dunque non definibili scientificamente e oggettivamente dai medici (punto 6), di ‘lesione definitiva’ che potrebbe anche non essere mortale, quando non sono generici, rimangono troppo imprecisi. Tutto ciò senza dimenticare, scrive ancora il Presidente della Repubblica, che l’insufficiente precisione “normativa non sembra essere conforme all'esigenza costituzionale del diritto alla vita e alla dignità della persona umana, né alla certezza del diritto” (punto 9), né il Regolamento (da emanarsi successivamente alla entrata in vigore) potrebbe in alcun modo sopperire alle lacune legislative e costituzionali della legge (punto 13).

Infine, la stoccata finale, perché il “legislatore ha creato una situazione di insicurezza giuridica che dovrebbe essere evitata a tutti i costi in una materia così delicata. Questa incertezza colpisce tutti i soggetti coinvolti: i firmatari, gli operatori sanitari e i cittadini in generale, che vengono così privati di un regime chiaro e sicuro su una questione così complessa e controversa” (punto 14). Tra le tre opzioni a disposizione del Presidente della Repubblica dopo che la legge era stata approvata (approvarla, mandarla per una revisione alla Corte Costituzionale o porre il veto, superabile da un secondo voto conforme), Rebelo de Sousa ha scelto quella suggerita dai maggiori giuristi e medici del Paese, oltreché dai Vescovi cattolici e leader religiosi che negli ultimi mesi avevano più volte sottolineato l’incostituzionalità del testo.

Il mondo pro life e pro family portoghese ha esultato alla notizia della decisione presa dal Presidente della Repubblica. Il Vice Presidente della Federazione per la Vita del paese, Antonio Torres ha rilasciato alla Nuova Bussola Quotidiana la seguente dichiarazione: “Siamo felici della decisione del Presidente portoghese di inviare la legge sull'eutanasia alla corte costituzionale che ora ha 25 giorni per emettere la sua decisione. La richiesta del presidente è ben dettagliata e specifica. Egli fa una brillante esposizione dei motivi per dichiarare questa legge incostituzionale. Così facendo il Presidente ha corrisposto non solo al suo ruolo costituzionale (come custode della Costituzione) ma ha anche fatto eco alla richiesta del popolo portoghese di fermare questa legge. Ora dovremo aspettare la sentenza della Corte Costituzionale che può avere tre risultati diversi e dichiarare che: nessuna norma del testo è incostituzionale (il che è molto difficile che accada), alcune norme importanti sono palesemente incostituzionali (in questo caso sarà molto difficile che la legge possa essere emendata, anche se il parlamento può cercare di modificarla) o che alcune norme "minori" sono state trovate incostituzionali (e il parlamento potrà modificarle). Qualunque sia il risultato, il Presidente potrà successivamente anche porre il veto sulla legge (fondato su un giudizio politico della stessa), veto che potrà essere superato dal Parlamento a maggioranza semplice. Pregate per noi”.