Più spose bambine in Asia a causa del COVID-19
L’istituzione del matrimonio precoce, diffusa in molti paesi asiatici, è in aumento dall’inizio della pandemia. I passi avanti compiuti nel corso degli anni rischiano di essere cancellati
“Decine di migliaia di ragazze in varie nazioni dell'Asia sono costrette, a causa della pandemia si Covid-19, a sposarsi giovanissime”. A lanciare l’allarme è Girls Not Brides (Bambine non spose), una rete internazionale di oltre 1.460 associazioni. L’organizzazione non governativa precisa che l’istituzione dei matrimoni precoci è tipica delle società patriarcali – autoritarie e gerontocratiche, va aggiunto – ed è diffusa in molti paesi anche in tempi stabili. Ma in periodi di crisi il problema si aggrava e dall’inizio della pandemia il fenomeno è in aumento. In Asia, spiega la ong, “la pandemia ha provocato una crisi economica senza precedenti e inasprito le disuguaglianze. L'impatto risulta particolarmente grave per donne e ragazze, che devono affrontare maggiori rischi di violenza di genere, gravidanze indesiderate e matrimoni precoci”. Secondo l’Onu ogni anno sono circa 12 milioni le minorenni costrette a sposarsi. “Il matrimonio precoce è una pratica diffusa in alcune comunità tradizionali dall'Indonesia all'India, dal Pakistan e al Vietnam, ma i numeri del fenomeno – dice l’ong – erano gradualmente diminuiti negli anni scorsi, grazie all’impegno di organizzazioni e associazioni che incoraggiano l'accesso delle donne all'istruzione e ai servizi sanitari. Questi miglioramenti vengono però erosi dall'impatto della pandemia che, in numerosi stati asiatici, causa la perdita di posti di lavoro e lascia le famiglie in seria difficoltà”. Il timore è che anni di progressi vengano cancellati. Le organizzazioni cattoliche presenti in Asia impegnate nel contrasto alla pratica sono gestite soprattutto da suore di vari ordini religiosi e da volontarie laiche. In molti stati asiatici la Caritas ha sezioni dedicate a combattere i matrimoni precoci e la tratta di esseri umani.