Più miserabile di San Francesco
Rendete diritta la via del Signore (Gv 1, 23)
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando». (Gv 1, 6-8. 19-28)
San Giovanni Battista predicava la penitenza. Infatti per prima cosa bisogna non sentirsi in pari con Dio: nulla di ciò che facciamo potrà mai ripagare quello che Lui fa per noi. Solo riconoscendoci debitori nei suoi confronti Gli chiederemo perdono umilmente e sinceramente. In questo modo tutte le virtù miglioreranno in noi, senza che per questo possiamo sentirci migliori degli altri. San Francesco diceva che se Dio avesse trovato uno più miserabile di lui, lo avrebbe scelto per dimostrare meglio la Sua potenza.