Più combustibili fossili, ma la temperatura non aumenta
Dal 2001 al 2017 il consumo di comubustibili fossili è aumentato del 40%, ma l'aumento delle emissioni di CO2 non è aumentato della stessa percentuale e soprattutto la temperatura globale è rimasta sostanzialmente invariata.
Come rivela il recente BP Statistical Review of World Energy, i combustibili fossili petrolio, gas naturale e carbone continuano a capeggiare nettamente la classifica delle fonti di energia più usate al mondo: da essi veniva il 94% dell'energia consumata nel 1965, e nel 2017 l'85% (vedi qui e qui). Dal 1965 al 2017 il consumo di questi combustibili fossili è passato da 3,5 a 11,5 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (la “tonnellata equivalente di petrolio” è un'unità di misura di energia, pari all’energia termica che si ottiene dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo), ossia è cresciuto di oltre il 220%.
Stante quanto premesso, se fosse vero che le emissioni di CO2 causate dal consumo di combustibili fossili fanno aumentare la temperatura globale terrestre e sono il fattore principale che governa l'andamento di tale temperatura, il pianeta negli ultimi anni avrebbe dovuto subire un riscaldamento fortissimo.
Ma il riscaldamento fortissimo non c'è stato. Per constatarlo basta osservare questo grafico. La linea verde indica la progressione nel consumo dei combustibili fossili (misurato in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, ossia in milioni di Toe), la linea rossa indica l'andamento della temperatura globale terrestre misurata dai satelliti (i dati grezzi sono elaborati e diffusi da UAH, cioè dall'Università dell'Alabama a Huntsville; vedi anche qui).
Come si può osservare, nel 2001 il consumo di combustibili fossili (linea verde) era di circa 8200 milioni di Toe, nel 2017 è stato di circa 11500 milioni di Toe (per i dati precisi vedi qui). Vale a dire che dal 2001 al 2017 il consumo di combustibili fossili è aumentato di circa il 40%. Coerentemente, dal 2001 al 2017 le emissioni di CO2 da consumo di combustibili fossili sono passate da 23944 a 33444 milioni di tonnellate (i dati sono reperibili qui), cioè sono aumentate del 39,7%.
Per contro, dal 2001 circa ad oggi la temperatura globale (linea rossa) è rimasta sostanzialmente stabile (nel 2015 si registra un incremento, dovuto a El Niño e quindi non alle emissioni di CO2, ma esauritosi il fenomeno la temperatura sta ritornando al livelli precedenti: vedi anche qui e qui).
In definitiva: negli ultimi 18 anni le emissioni di CO2 da consumo di combustibili fossili neppure aumentando costantemente (eccezion fatta per una lieve flessione nel 2009 e nel 2015), e neppure aumentando nel complesso di ben il 40% circa, sono riuscite a generare un incremento minimamente significativo della temperatura globale terrestre.
La conclusione è d'obbligo: non solo non è in atto un riscaldamento globale, ma non è in atto un riscaldamento globale causato dalle emissioni di CO2 ad opera dell'uomo. Ossia: la CO2 prodotta dalle attività umane, e in particolare dal consumo di combustibili fossili, non è in alcun modo il fattore che sta governando l'andamento della temperatura globale terrestre. (Alessandro Martinetti)