Piccolo schermo solidale
Si è chiusa la lunga maratona televisiva di Thelethon con le toccanti esperienze di un giovane colpito da atrofia muscolare e del suo migliore amico che gli sta vicino fin dai tempi della scuola dell'infanzia.
Si è chiusa domenica sera con una puntata speciale di “L’Eredità” la lunga maratona televisiva di Telethon cominciata venerdì alle 6.45 con “UnoMattina”. Anche in questa occasione, come accade da più di venti’anni, le tre reti generaliste della Rai, la radio e il web hanno dato spazio all’iniziativa, volta a promuovere la raccolta di fondi per finanziare la ricerca contro la distrofia muscolare e altre malattie genetiche.
A fare da padrone di casa è stato Fabrizio Frizzi, coadiuvato da Paolo Belli e Arianna Ciampoli. Conduttori, presentatori, giornalisti e ospiti hanno indossato le sciarpe di Telethon per rendere costantemente visibile al pubblico l’iniziativa in corso, fornendo puntuali indicazioni su come inviare la propria offerta tramite sms o chiamata al 45502 e continui aggiornamenti sulla cifra raggiunta dalla raccolta in corso.
A toccare maggiormente il cuore degli spettatori sono state le storie di alcuni pazienti, anche giovani. Fra queste, quella di Matteo e Davide. Matteo ha dodici anni e per un’atrofia muscolare spinale vive sulla sedia a rotelle da quando era piccolo, Davide è il suo migliore amico e lo aiuta in ogni attività fin dai tempi dell’asilo.
In oltre vent’anni la maratona televisiva ha permesso di destinare alla ricerca 351.367.682 euro, ha finanziato 2.351 progetti, ha consentito di studiare 459 malattie genetiche, ha sostenuto l’attività di 1.461 ricercatori, ha generate quasi 8.000 pubblicazioni a tema su riviste internazionali.
Pur con alcuni limiti e con un buonismo che a tratti può risultare stucchevole, è bene che la televisione di Stato apra spazi di solidarietà concreta come quello dedicato a Telethon.