Perugia, ecco l'anello delle nozze di Maria e Giuseppe
Nell'isola di San Lorenzo a Perugia è incastonata la cattedrale intitolata al Santo, diacono ai tempi di Papa Sisto II, morto martire a Roma nel 258, giustiziato a fuoco lento sulla graticola. Nel Duomo è custodito un monile di calcedonio che la tradizione vuole sia quello delle nozze tra Maria e Giuseppe.
Nel complesso urbanistico perugino comunemente noto come “isola di San Lorenzo” è incastonata la cattedrale intitolata al Santo, diacono ai tempi di Papa Sisto II, morto martire a Roma nel 258, giustiziato a fuoco lento sulla graticola divenuta, poi, suo simbolo iconografico. La facciata meridionale della chiesa fa da quinta alla celebre Piazza maggiore, attorno cui si raccolgono i palazzi del potere civile ed ecclesiastico, quasi a significare l’inscindibile legame tra le due autorità in epoca comunale.
Ad eccezione di questo prospetto, considerato di fatto il principale, le rimanenti parti esterne sono rimaste allo stato grezzo, a tal punto fu lunga la gestazione dell’edificio. Al 930 risale il primitivo progetto corrispondente all’attuale transetto. Fu Frate Bevignate, già sovrintendente della bellissima fontana antistante, capolavoro di Nicola e Giovanni Pisano, a dare inizio a metà del XIV secolo alla chiesa odierna, completata solo nel 1490. Con losanghe di marmo bianco e rosa, sottratto alla cattedrale di Arezzo, fu rivestito in parte il perimetro esterno, mai completato. Lungo la superficie muraria si incontra un pulpito con mosaici cosmateschi, dal quale predicò San Bernardino da Siena.
L’impianto dello spazio interno è quello tipico delle chiese a sala, dove l’altezza della navata centrale è pari a quella delle due laterali. La cappella di San Bernardino chiude la navata di destra. L’opera più importante è la sua pala d’altare, la Deposizione dalla Croce di Federico Barocci, annoverata tra i suoi migliori dipinti e realizzata tra il 1567 e il 1569. Nel transetto destro era collocata la Pala di Sant’Onofrio, di Luca Signorelli, ora al Museo dell’Opera del Duomo.
Un’immagine molto venerata di Maria, Madre delle Grazie, che qualcuno attribuisce al maestro rinascimentale Perugino e altri al suo discepolo Giannicola di Paolo, dal terzo pilastro della navata di destra accoglie i fedeli che entrano dalla porta a sud. Maria, incinta, è rappresentata in piedi, le mani alzate in un gesto di saluto ed accoglienza. La devozione mariana dei perugini si esprime anche nella gelosa custodia dell’ormai ribattezzato Sant’Anello, un monile di calcedonio che la tradizione vuole sia quello delle nozze tra Maria e Giuseppe.
Conservato fino a metà del Quattrocento a Chiusi, venne solennemente traslato nella Cattedrale di Perugia nel 1488 e qui custodito in una cappella a lui intitolata. In occasione della ricorrenza del suo trasferimento nel mese di luglio e della festa del nome di Maria viene calato da un meccanismo a forma di nuvola d’argento ed esposto a beneficio dei fedeli. Per questa cappella il Perugino eseguì la celeberrima tela con lo Sposalizio della Vergine, ora in un museo francese.