
Nel "Curriculo nacional", il piano governativo peruviano relativo all'educazione scolastica, doveva essere introdotta una norma che prevedeva l'educazione della teoria del gender. Nella norma così si poteva leggere: “A parte il dato biologico e sessuale, ciò che viene considerato maschile o femminile in realtà è costruito giorno per giorno attraverso le interazioni sociali”.
La norma è stata bocciata prima nelle piazze dove la gente in masse e a più riprese ha chiesto che venisse ritirata e poi in Parlamento dove ha ricevuto 77 voti contrari, 22 favorevoli e 16 astenuti. Ne è seguita la doverosa sfiducia del Parlamento al primo ministro Fernando Zavala.
Quanto avvenuto in Perù insegna almeno due cose. La prima: cambiare il corso degli eventi è possibile. Secondo la piazza può fare la differenza.