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il libro dell'ex ministro

Perseverare nello scientismo: Speranza è senza speranza

“Perché guariremo” scritto dall'ex ministro Speranza esprime una posizione scientista e collettivista secondo cui la pandemia sarebbe stata una buona occasione per far trionfare il socialismo. 

Attualità 01_02_2025

Ieri Roberto Speranza, già ministro della Salute del governo Conte II (2019-2021) e del successivo governo Draghi (2021-2022), oggi deputato Pd, era a Villafranca per presentare il suo libretto “Perché guariremo”. Molte associazioni di cittadini, tra cui Ita.li, Arbitrium, Liberi in Veritate, La Gente Come Noi, Il Coraggio dell’Anima, Ora et Labora in Difesa della Vita, FISI, Comitato di Liberazione Nazionale hanno espresso il proprio disappunto per la mancanza di un contraddittorio e soprattutto per la già dimostrata insensibilità dell’ex ministro alle sofferenze dei danneggiati dal covid e dai vaccini.

Ho partecipato alla civile protesta perché conosco bene il libro, le idee e le azioni di Speranza. Senza qui rivangare le molteplici problematiche della pandemia, di cui già la “Bussola” si è occupata, in estrema sintesi si può affermare che il titolo e il contenuto del “libro” ingannano i lettori per almeno due ragioni: 1) se molte persone non sono guarite dal covid nei primi due anni della pandemia è soprattutto per le deleterie conseguenze delle “linee-guida” del Ministero, che raccomandavano la “vigile attesa”, cioè attendere almeno 3 giorni, somministrando eventualmente tachipirina, per vedere se il malato peggiorasse: in tal modo, molte persone lasciate senza cure e assistenza sono peggiorate, finite in ospedale, intubate e morte e l’Italia ha avuto la peggiore gestione dell’emergenza; 2) i cosiddetti “vaccini” annunciati come la salvezza al punto tale da oscurare le cure (se ci fossero state le cure, i prodotti sperimentali non sarebbero stati autorizzati), pagati profumatamente con oscuri contratti che persino Draghi arrivato al potere criticò, hanno causato effetti avversi gravi (per lo più nascosti dalle autorità con vaccinovigilanza fasulla e usando l’algoritmo OMS) più di tutti i vaccini della storia umana e come numero di vittime hanno pareggiato quelle del virus, soprattutto tra i giovani e i giovani adulti. Considerando la mortalità per tutte le cause, non c’è prova seria che il bilancio benefici/rischi sia stato favorevole, cioè che i “vaccini” abbiano salvato vite.

Sono cose ormai di dominio pubblico e c’è da chiedersi veramente con quale coraggio Speranza ancora sostenga le sue idee in pubblico, senza contraddittorio. Assumendo che gli “errori” dell’ex ministro siano stati commessi in buona fede (come ha fatto il Tribunale dei Ministri di Roma archiviando la denuncia per strage) e considerando che egli insiste sulle sue posizioni, finiamo con trovare una sola risposta plausibile, che paradossalmente è ancora più preoccupante. Infatti, la motivazione dei comportamenti di Speranza si può compendiare nell’ideologia di stampo comunista-tecnocratico alla cinese, che ha ispirato e diretto le azioni del ministro quando era al governo, ma che ha radici nella sua storia politica e nelle sue affiliazioni anche internazionali. “Perché guariremo” esprime una posizione scientista e collettivista secondo cui la pandemia sarebbe stata una buona occasione per far trionfare il socialismo. Già nella prima edizione scriveva: «Sono convinto che abbiamo un’opportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra» e un articolo di Emanuele Boffi su Tempi (14 maggio 2021) così commentava: «Il ministro che vuole passare da Rifondazione comunista a Rifondazione pandemista. La verità è che quello di Speranza non è un libro sul virus, ma un libro sulla sinistra che usa il virus per imporre la sua agenda».

Il problema diventa ancora più serio se si pensa che il PD, sostenendo e presentando ancora Speranza, dimostra di voler perseguire la stessa linea, senza tener conto di tutto ciò che ha prodotto tale ideologia nella società negli anni della pandemia. Un’agenda concordata con gli altri portatori di interessi e di ideologie parallele a livello globale, imposta in pratica con controllo sociale mediante “permessi” e “divieti” e applicazione strumenti digitali, attribuzione di potere a “esperti” selezionati per fede politica, controllo capillare dell’informazione mainstream ridotta a cassa di risonanza del potere, emanazione di decreti liberticidi con la scusa di un presunto ma non dimostrato “bene comune”, vassallaggio delle associazioni professionali e della magistratura. Riproporre il libretto di Speranza vuol dire che non si è imparato nulla dalla realtà dei fatti.

L’ideologia è stata definita come «una costruzione teorico-pratica, basata su un aspetto della realtà, anche vero, ma preso unilateralmente e tendenzialmente assolutizzato per una filosofia o un progetto politico» (L. Giussani, Il Senso Religioso, cap. 9). Nel caso in questione, la costruzione della “agenda” pandemica si è basata sulla realtà di un virus uscito da un laboratorio militare e sulla paura della gente (in buona parte alimentata dal potere stesso) per imporre progetti politici sostenuti da forti interessi commerciali, politiche globaliste e strategie tecnocratiche del WEF e dell’OMS.  Ricordiamo anche le tristi parole di Mattarella all’università di Pavia: «Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione». Parole che sarebbero state inappropriate persino se il sacrificio fosse servito a qualcosa, quando invece si è trattato di interventi rischiosi per la salute e, per di più, inutili allo scopo millantato di interrompere i contagi.

Nel comunicato di presentazione della conferenza, il PD veronese afferma che «Speranza ha sempre dedicato grande attenzione ai temi dell’economia e del lavoro, insidiati, in questa fase storica, da una grave crisi che il governo delle destre cerca invano di nascondere. Occorre assumersi l’onere di indicare al Paese una via di rilancio, che non può che passare da una riqualificazione in senso ecologico, sostenibile e digitale del tessuto produttivo». Se la “via di rilancio” consiste nelle idee e nei programmi fallimentari dell’ex-ministro, c’è veramente molto da preoccuparsi. Non è più il virus che fa male all’Italia, è chi del virus ha fatto una bandiera e continua a fare progetti politici che partono dalla manipolazione ideologica della realtà.

Sant'Agostino nei suoi Sermones (164, 14) afferma: «Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere» (cadere nell'errore è stato proprio dell'uomo, ma è diabolico insistere nell'errore per superbia).