Perché sono diventato cattolico
Ex protestante, sposato tre volte,
già presidente della Camera federale, uno dei protragonisti delle primarie USA 2012 racconta la conversione.
Newt Gingrich, veterano della politica Repubblicana e conservatrice statunitense, presidente della Camera federale di Washington dal 1995 al 1999, è uno dei grandi protagonisti delle elezioni primarie che si stanno svolgendo ora negli Stati Uniti.
Quello che segue è il suo racconto della conversione, comparso il 26 aprile 2011 in forma di articolo, con il titolo Newt Gingrich: Why I Became Catholic, sul National Catholic Register (NCR) ovvero il più antico periodico cattolico nazionale degli Stati Uniti. L’NCR nacque infatti a Denver, in Colorado, l’8 novembre 1927 per iniziativa di mons. Matthew J. Smith (1891-1960) che in questo modo trasformava il bollettino diocesano creato nel 1905 in una importante impresa editoriale diffusa a livello nazionale. Dall’inizio del febbraio 2011, l’NCR è parte del polo editoriale EWTN, Eternal World Television Network, fondato a Irondale, in Alabama, da Madre Maria (Mary) Angelica dell’Annunciazione, PCPA (nata Rita Antoinette Rizzo), nota al mondo come Madre Angelica. L’edizione cartacea dell’NCR è quindicinale, ma la versione online è aggiornata costantemente.
Dal 2000, Newt Gingrich e sposato con Callista Bisek, cattolica [nella foto].
Mia moglie, Callista, è cattolica dalla nascita e per 15 anni ha cantato nel coro della Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione di Washington (1). Nonostante io fossi un battista del Sud, ogni domenica frequentavo la Messa assieme a Callista per vederla cantare in quel coro.
Nel 2005 ebbi poi modo di accompagnare Callista a Roma, quando il suo coro fu invitato a cantare nella Basilica di San Pietro. In quell’occasione ho avuto l’opportunità di conversare a lungo con mons. Walter Rossi, rettore del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, sul tema della fede, di storia e di molte altre urgenze culturali con cui il mio Paese si trova oggi a dover fare i conti, fra le quali la sfida portata dal laicismo. Una chiacchierata davvero illuminante e intrigante.
Quella fu la mia prima visita alla Basilica di San Pietro, e ricordo lo stupore provato quel giorno nel trovarmi alla presenza della verità storica della Chiesa.
In quello stesso periodo stava esercitando su di me notevole influenza la lettura di alcuni libri, tra i quali La Cattedrale e il Cubo di George Weigel (2), che tratta proprio della crisi prodotta dal laicismo in Europa, e un altro titolo del medesimo autore, The Final Revolution (3), a proposito del ruolo svolto dal cristianesimo nella liberazione dell’Europa Orientale dal dispotismo ateistico.
Mi scosse del resto anche la riflessione svolta da Papa Benedetto XVI nel libro Gesù di Nazaret, là dove scrive: «È in gioco Dio: è vero o no che Lui è il reale, la realtà stessa? È Lui il Buono o dobbiamo inventare noi stessi ciò che è buono?» (4).
Nel corso dei nostri viaggi, che mia moglie e io ci trovassimo in Costa Rica oppure in Africa, Callista era irremovibile nel voler sempre cercare la Messa alla domenica. Ascoltare Amazing Grace (5) cantata in cinese durante una Messa officiata a Pechino fu un’esperienza bellissima, e partecipare alla liturgia assieme ai fedeli di mezzo mondo ha aperto i miei occhi alla varietà e alla ricchezza della Chiesa Cattolica.
Lungo un percorso durato quasi un decennio, le profondità di fede e di storia contenute nella vita della Chiesa Cattolica mi si sono dunque fatte sempre più evidenti, e la centralità dell’Eucarestia nella Messa cattolica sempre più chiara.
Del resto, la visita compiuta da Papa Benedetto XVI negli Stati Uniti d’America nell’aprile 2008 ha costituito per me un punto di svolta. Il Santo Padre doveva presiedere la recita dei vespri solenni, concelebrati assieme ai vescovi americani nella grande cripta della Basilica di Washington. Al coro di cui faceva parte Callista fu così chiesto di cantare per Papa Benedetto e al sottoscritto, essendo il marito, fu concessa l’opportunità unica di prendere parte a quell’incontro con il pontefice. L’evento mi commosse profondamente.
Quel giorno colsi infatti uno scorcio di Papa Benedetto, e ciò che mi colpì furono la gioia e la serenità che da lui promanavano. Ecco, la presenza lieta e radiosa del Santo Padre fu per me il momento della conferma di molte cose che ero andato meditando e sperimentando per diversi anni.
Quella sera dissi allora a mons. Rossi che volevo essere ricevuto nella Chiesa Cattolica ed egli accettò di unirsi a Callista, mia madrina, in qualità di mio padrino. Sotto la sua direzione, studiai il Catechismo della Chiesa Cattolica per l’intero anno successivo e finalmente venni ricevuto nella Chiesa nel marzo 2009, durante la bella liturgia celebrata nella chiesa di San Giuseppe, sulla collina del Campidoglio - St. Joseph’s at Capitol Hill -, a Washington.
Dopo un viaggio nella fede durano dieci anni - o forse una vita intera -, ero finalmente a casa.
(1) La Basilica del Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione - la chiesa più grande del Paese - è dedicata alla patrona degli Stati Uniti d’America.
(2) Cfr. George Weigel, La Cattedrale e il Cubo. Europa, America e politica senza Dio [The Cube and the Cathedral: Europe, America, and Politics Without God, 2005], trad. it. a cura di Flavio Felice, Rubbettino, Soveria Mannelli [Catanzaro] 2006.
(3) Cfr. Idem, The Final Revolution: The Resistance Church and the Collapse of Communism, Oxford University Press USA, New York 2003.
(4) Benedetto XVI, Gesù di Nazaret [Jesus von Nazareth. Von der Taufe im Jordan bis zur Verklärung, 2007], ed. it a cura di Ingrid Stampa ed Elio Guerriero, Rizzoli, Milano 2007, p. 51.
(5) Amazing Grace è un inno composto dal poeta inglese e ministro di culto anglicano John Newton (1725-1807), pubblicato nel 1779. Da allora è uno dei canti religiosi più noti nel mondo e nella comunità anglofona è una vera e propria celebrità presso tutte le Chiese cristiane.