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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

La sentenza

Per la Corte interamericana l’aborto non è un diritto

Le lobby abortiste avevano fatto ricorso alla Corte contro le norme pro vita di El Salvador, ma i giudici hanno dichiarato che esse non confliggono con i diritti umani.

Dottrina sociale 05_02_2025

Il 23 gennaio la Corte interamericana dei diritti umani, che ha sede in Costa Rica, ha respinto l’aborto come “diritto umano”. La Corte ha emesso la sua sentenza su un caso avvenuto nello Stato di El Salvador. Qui le lobby abortiste avevano montato un’accusa nei confronti di quello Stato latinoamericano perché, secondo loro, applicando le leggi nazionali che vietano l’aborto, avrebbe causato la morte di una giovane mamma di nome Beatrix, che in precedenza non aveva voluto abortire la propria bambina gravata da “anencefalia”. In seguito, Beatrix morì per un incidente stradale e a quel punto i gruppi pro-choice avevano portato il caso alla Corte internazionale, sperando di ottenere un pronunciamento a favore dell’aborto come diritto umano.

Contrariamente alle loro attese, la Corte ha dichiarato che le norme in vigore nello Stato di El Salvador non confliggono con i diritti umani e non sono responsabili di quanto accaduto poi a Beatrix non esistendo alcun legame tra la sua morte e l’aborto non effettuato. Ha anche riconosciuto la dignità umana del nascituro, ha affermato che l’aborto non può essere dichiarato un diritto umano all’interno degli ordinamenti giuridici latinoamericani perché si tratta di un crimine. Contrastando l’equiparazione – sostenuta dagli abortisti – tra propaganda pro vita, violenza di genere e “violenza ostetrica”, la Corte ha detto che questa non consiste nelle leggi che criminalizzano l’aborto. Secondo gli osservatori, il successo è anche dovuto all’azione pro-life portata avanti dal Global Center for Human Rights e dalla sezione latinoamericana del Population Research Institute. Attualmente in America Latina l’aborto è stato legalizzato in Argentina, Colombia e Messico, ed è stato respinto in  Honduras, Repubblica Dominicana, Guatemala, Ecuador e Cile.

Stefano Fontana