Per Kerry esistono solo i "diritti" Lgbt
Nel mondo le minoranze più perseguitate sono quelle cristiane. Ma per l'amministrazione Obama la priorità è assegnata alla protezione delle comunità Lgbt. Ignorati gli studi che dimostrano la maggior incidenza di HIV e violenza domestica fra coppie omosessuali.
Purtroppo a conferma della nuova politica estera americana, meglio dire della attuale amministrazione Usa, l’impegno profuso è univoco e unidirezionale. Avevamo scritto molto tempo fa che lo scopo primario di Obama era e rimaneva quello di ottenere un documento Onu che avesse valore internazionale, in occasione dell’anniversario dell’Anno della Famiglia che si celebra proprio nel 2014, nel quale si sostituisse il termine “famiglia” con quello “famiglie”, aprendo così le porte alle unioni LGBTI e distruggendo la cellula fondamentale della società anche sul piano giuridico internazionale.
I nostri sospetti, arricchiti dalla schiera di Ambasciatori Usa, nominati nell’ultimo anno e apertamente pro LGBTI, vengono confermati dalla esplicita dichiarazione rilasciata ieri dal Segretario di Stato Usa:"Dalla Nigeria alla Russia e all'Iran in circa 80 Paesi in tutto il mondo, le comunità Lgbt subiscono leggi discriminatorie e pratiche che attaccano la loro dignità umana e mettono a rischio la loro sicurezza". È quanto ha detto John Kerry presentando il rapporto annuale del dipartimento di Stato sulla situazione dei diritti umani nel mondo in cui accanto alle voci tradizionali delle libertà di espressione, politiche e religiose, si pone una nuova enfasi sulla tutela dei diritti dei gay. Dobbiamo aggiungere che proprio quest’anno il Rapporto Annuale preferisce evidenziare questi aspetti, immaginandoli qualitativamente e quantitativamente molto superiori ai massacri di Boko Haram in Nigeria o della violazione esplicita da parte della ideologia LGBTI dei diritti del bambino o della libertà di educazione e dei diritti dei genitori. Nulla di tutto ciò, per l’amministrazione Obama ogni esplicita violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali causata dalla imposizione della ideologia LGBTI e che interessa i pieni diritti di milioni di cittadini nel mondo, sono assolutamente secondari. Il macello di cui i cristiani sono vittime principali, a scapito della libertà di religione, una inezia.
No, per il segretario di Stato, che nei giorni scorsi ha duramente attaccato la legge anti-gay varata in Uganda paragonandola alle discriminazioni contro gli ebrei della Germania nazista e contro i neri del Sudafrica dell'apartheid, leggi di questo tipo sono "un'offesa per ogni coscienza ragionevole". "Gli Stati Uniti - ha aggiunto - continueranno a stare al fianco dei nostri fratelli e sorelle della comunità Lgbt mentre lottando per la libertà, la giustizia e l'eguaglianza dei diritti per le popolazioni di tutto il mondo". Va da sé che alla legge ugandese, i primi ad opporsi sono stati i Vescovi Cattolici che allo stesso modo però, diversamente da Obama, si oppongono ad ogni forma di imposizione della ideologia gender e LGBTI.
Certo, oltre alla priorità in cima alla lista di Obama, abbiamo spiegato le ragioni più volte, nel rapporto ci sono altre emergenze, dalla Siria (sulla quale manca una qualunque autocritoca per il sostegno di Usa, Francia e Regno Unito, alle milizie di Al Qaeda), alle famose ‘primavere arabe’ ormai rinsecchite (anche qui autocritiche dimenticate), sino allo stato delle prigioni in Turchia e Arabia Saudita. Viene da chiedersi le ragioni del silenzio tombale sulla attività di Guantanamo e delle altre carceri Usa ‘segrete’ sul territorio europeo.
Sarebbe utile al Segretario di Stato rivedersi almeno queste tabelle (lasciamo ai lettori il commento), sintesi di ricerche e studi compiuti negli Usa. Forse una è finito il tempo di voler imporre favole pericolose e dannose alle società, alla coesione e alla stessa democrazia e tornare con i piedi per terra, nonostante Obama e i suoi finanziatori, Soros incluso.
Qui la descrizione dello Studio della FDA (US Food and Drug Administration):
“La storia del sesso omosessuale maschile è associata con un aumento di rischio di esposizione e trasmissione di certe malattie infettive, fra cui l’HIV, il virus che causa l’AIDS. Gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini rappresentano, approssimativamente, il 2% della popolazione statunitense e però sono la parte di popolazione più diffusamente affetta dall’HIV. Nel 2010, almeno il 61% dei nuovi infetti da HIV negli Stati Uniti e il 77% delle infezioni diagnosticate di HIV fra maschi sono attribuibili a contatti sessuali fra maschi. Fra il 2008 e il 2010 l’incidenza complessiva dell’HIV stimata era stabile negli Stati Uniti. Tuttavia l’incidenza nella popolazione di maschi che hanno avuto contatti sessuali con altri maschi è aumentata del 12%, mentre è diminuita nelle altre fasce di popolazione. Il maggior incremento, del 22%, era fra maschi che avevano avuto contatti sessuali con altri maschi nella fascia di età fra i 13 e i 24 anni
Ovviamente, gli organismi Onu che si occupano di combattere l’HIV non hanno nulla da dire, spendono evitando di occuparsi di una parte considerevole delle cause. Che dire delle recenti, anche a livello europeo, convenzioni contro la violenza e in particolare contro la violenza nelle abitazioni o famigliare? Fiumi di parole per evitare di ridurre il fenomeno, come dimostra il Dipartimento della Giustizia degli USA, coppie stesso sesso più violente di quelle etero?
“I conviventi dello stesso sesso registrano una violenza fra partner significativamente maggiore rispetto a quelle di conviventi di sesso diverso. Fra donne, il 39,2% delle conviventi dello stesso sesso e il 21,7% di quelle di sesso diverso, riferiscono violenze carnali, aggressioni, stalking dal loro partner, almeno una volta nella loro vita".
(Patricia Tjaden & Nancy Thoennes, U.S. Dep't of Just., NCJ 181867, Extent, Nature, and Consequences of Intimate Partner Violence: Findings from the National Violence Against Women Survey, at 30 (2000), available at www.ojp.usdoj.gov/nij/pubs-sum/181867.htm)
Il mondo merita un’amministrazione Usa diversa, certamente una politica estera molto diversa da quella promossa sinora da Obama, più attenta ai problemi del mondo e meno a quelli delle lobbies finanziatrici del Partito Democratico.