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GUERRA IN EUROPA

Per fronteggiare la Russia, la Polonia si riarma

Sotto la pressione dell’offensiva russa in Ucraina tutta Europa vara piani e programmi di riarmo e incremento della spesa militare. Senza dubbio è la Polonia a guidare la corsa al riarmo del Vecchio Continente. I programmi di Varsavia mirano a costituire un esercito forte di 300mila uomini, con armamenti più moderni. 

Esteri 20_06_2022
Elicotteri polacchi in esercitazione

Sotto la pressione dell’offensiva russa in Ucraina tutta Europa vara piani e programmi di riarmo e incremento della spesa militare e se la Germania ha per prima annunciato un fondo speciale per la Difesa da100 miliardi di euro da spendere nei prossimi anni per rafforzare lo strumento militare e l’Italia ha reso noto di voler raggiungere un livello di spesa per la Difesa pari al 2% del PIL (contro l’attuale 1,4) è senza dubbio la Polonia a guidare la corsa al riarmo del Vecchio Continente.

Varsavia ha del resto lanciato da anni l’allarme per il rischio di un confronto militare con Mosca e da quattro mesi si trova nelle immediate retrovie del fronte ucraino e sul suo territorio affluiscono la gran parte delle armi, mezzi e munizioni che i partner della NATO inviano alle forze armate ucraine. Con l’imminente presentazione del documento programmatico noto come “Modello 2035”, la Difesa polacca annuncerà un piano senza precedenti di rafforzamento degli organici e acquisizione di armamenti anticipato il 13 giugno a Varsavia dal ministro della Difesa Mariusz Błaszczak durante il briefing con i vertici militari alla presenza del Presidente Andrzej Duda.

Il programma comprende l’innalzamento delle spese militari al 3% del PIL (percentuale inferiore solo agli Stati Uniti in ambito NATO), l’incremento degli organici delle Forze Armate fino a 300mila effettivi contro gli attuali 120mila e l’acquisizione di una vasta gamma di armamenti tra i quali 32 elicotteri italiani AW149, altre 6 batterie di missili da difesa aerea e antimissile Patriot e  l’acquisto di mezzi dalla Corea del Sud che includono carri armati K-2, veicoli cingolati da combattimento e obici d’artiglieria in seguito all’accordo maturato a fine maggio con la visita di Blaszczak a Seul.

Nella “lista della spesa ben 500 veicoli lanciarazzi campali statunitensi HIMARS (gli stessi che Washington cede in soli 4 esemplari all’Ucraina ma con munizioni in grado di colpire obiettivi fino a 300 chilometri di distanza), veicoli caccia-carri e 2 satelliti. Un programma ambizioso che si aggiunge agli accordi già stipulati con gli USA per la consegna di 32 aerei da combattimento F-35 e 250 carri armati Abrams oltre all’arrivo di carri armati di seconda mano dagli alleati NATO per compensare la cessione di 250 carri di tipo sovietico T-72 che l’esercito polacco ha consegnato agli ucraini. “Oggi posso annunciare che costituiremo due ulteriori divisioni dell’esercito basate lungo il fiume Vistola, nella parte centrale della Polonia. In totale, l’Esercito Polacco avrà sei grandi unità tattiche con un’adeguata componente di supporto al combattimento” ha detto il ministro. “Quanto sta accadendo oltre il nostro confine orientale, ha confermato ciò che il governo e il capo delle forze armate dicevano da tempo. La Polonia ha bisogno di una grande, ben attrezzata, moderna struttura militare e soprattutto di militari capaci di difendere da soli i nostri confini”.

Il ministro ha sottolineato che la “Legge sulla difesa della madrepatria”, ha fornito nuove opportunità per lo sviluppo e la crescita del potenziale delle forze armate polacche consentendo “di aumentare il bilancio della difesa al 3% del PIL e di mobilitare il Fondo di sostegno alle forze armate. Pertanto, il nostro obiettivo è creare un reale potenziale di deterrenza, che possiamo costruire aumentando il numero degli effettivi delle Forze Armate a 300.000 militari” – ha affermato il ministro. Ha sottolineato che le valutazioni circa la guerra in Ucraina hanno confermato la convinzione che l’esercito polacco debba essere in grado di scoraggiare e difendere il Paese in modo indipendente, fin dal primo giorno del conflitto, sulla base delle proprie capacità di difesa.

Il presidente polacco Duda ha sottolineato che “l’Europa è nella peggiore crisi di sicurezza dalla fine della Guerra Fredda, direi addirittura nella peggiore crisi da quando la fine della Seconda Guerra Mondiale. Questa crisi è causata dall’aggressione armata della Russia contro l’Ucraina, per la quale nessuno al momento sa cosa significherà per l’Europa e il mondo”.

Dallo scoppio del conflitto in Ucraina la Polonia è il terzo fornitore di aiuti militari a Kiev in termini di valore economico dietro a Stati Uniti e Gran Bretagna ma è il primo in termini di numero di mezzi e armi. Secondo fonti russe Varsavia ha inoltre offerto alla causa ucraina il numero più alto di combattenti stranieri dei quali secondo il Cremlino oltre 2mila sono stati finora uccisi e di questi 378 erano polacchi.