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Per Francesco ha inizio il viaggio più lungo del pontificato

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Da oggi al 13 settembre il Papa visiterà Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. Impegno gravoso a 87 anni ma per Giovanni Maria Vian è "stanca" anche la formula dei viaggi apostolici. 

Ecclesia 02_09_2024
Foto Vatican Media/LaPresse

Ad ottantasette anni Francesco si appresta a compiere il suo viaggio apostolico più lungo, fino al 13 settembre. L'Indonesia è solo la prima tappa di un'agenda che si concluderà a Singapore. In mezzo Papua Nuova Guinea e Timor-Est. Da quando è stato eletto, Bergoglio mai era stato così a lungo lontano da Santa Marta.

Per un Papa che ha messo al centro del suo pontificato il dialogo con l'islam non poteva mancare nel mappamondo dei viaggi un passaggio in Indonesia, il più grande Paese musulmano al mondo per numero di fedeli. Non a caso, durante il suo soggiorno a Giacarta, Francesco si recherà per un incontro interreligioso nella moschea Istiqlal ("moschea dell'Indipendenza") che può vantare un cosiddetto "tunnel dell'amicizia" collegato con la cattedrale cattolica situata dall'altra parte della strada.

Lasciata l'Indonesia, il Papa si sposterà in Papua Nuova Guinea dal 6 al 9 settembre. Qui, dopo la capitale Port Moresby, Bergoglio ha voluto includere Vanimo, il capoluogo di una provincia a nord dell'isola del Pacifico. Una "periferia della periferia" scelta probabilmente anche per la presenza di padre Martin Prado, missionario argentino dell'Istituto del Verbo Incarnato e ormai amico personale del Pontefice a cui aveva rivolto un po' scherzosamente l'invito a venire a trovarlo a Vanimo nel corso di un'udienza a Roma con una delegazione di parrocchiani. Francesco però lo ha preso in parola e si è deciso ad inserire l'insolita tappa nell'agenda di questo lunghissimo viaggio papale.

Dopo la Papua Nuova Guinea, Francesco andrà a Timor Est, uno dei Paesi con la maggior percentuale di cattolici al mondo, secondo solo a Città del Vaticano. Francesco ha "premiato" questa ex colonia portoghese creando cardinale nel 2022 l'arcivescovo metropolita di Dili, il salesiano Virgílio do Carmo da Silva. A Timor Est il Papa troverà un suo grande estimatore, il già premio Nobel per la pace e attuale presidente José Ramos-Horta che due anni fa, dopo la rielezione, ha voluto da parte del Parlamento nazionale l'adozione del Documento sulla Fraternità Umana firmato nel 2019 da Bergoglio e dall'Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tavveb ad Abu Dhabi. Sulla visita però grava un'ombra per le recenti rivelazioni di un giornale olandese secondo cui proprio il co-vincitore del Nobel insieme a Horta, monsignor  Carlos Filipe Ximenes Belo, sarebbe accusato di abusi sessuali da più di 20 anni.

Infine, Francesco volerà a Singapore dove il 12 settembre celebrerà la Messa al Singapore Sports Hub. Un evento sold-out che ha visto polverizzati in poco tempo i 48.600 biglietti emessi per partecipare. 

Ieri, come di consueto, il Papa si è recato nella Basilica di Santa Maria Maggiore ed ha pregato davanti all'icona della Vergine Salus populi romani per la buona riuscita di quello che si annuncia uno dei viaggi più faticosi in undici anni di pontificato e che, secondo l'ex direttore de L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian «sembra una replica dell'ultimo di Paolo VI». In un articolo su Domani, il giornalista ha parlato anche della stanchezza del format dei viaggi apostolici sostenendo che «la formula appare ormai ripetitiva – comprese le conferenze stampa durante il ritorno che finiscono per oscurare mediaticamente i viaggi stessi – e sembra giunta l'ora di ripensare anche questo modo di esercizio del papato». 



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