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OXFORD FOLLIE

Peppa Pig offende Allah? Un grugnito vi seppellirà

 Je suis Peppa Pig e un grugnito vi seppellirà. Questo verrebbe da dire dopo che la prestigiosa Oxford University Press ha deciso di vietare qualsiasi illustrazione di maiali, reali o di fantasia, «per non turbare i piccoli ebrei e musulmani». Non solo: proibito anche «disegnare suini e loro derivati». Salsicce e würstel compresi?

Editoriali 16_01_2015
Peppa Pig

«Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri», scriveva il visionario George Orwell nella sua celebre Animal Farm. Lo scrittore parlava di suini, ma l’allegoria era per i burocrati comunisti della Russia post rivoluzionaria, raffigurati in arcigni e dispotici maiali. Avevano guidato la rivolta di mucche, cavalli, conigli, pecore e galline contro lo sfruttamento di padron Jones, prenderanno il controllo della fattoria instaurando una dittatura peggiore di prima. Sono passati settant’anni, il comunismo, almeno quello sovietico, è morto e gli avidi suini antropomorfi sono tornati a essere solo animali, destinati a diventare squisitezze gourmet sui banchi delle macellerie.O, morbidosi personaggi di fiabe e cartoon, come “I tre porcellini”, Babe e, più recentemente, Peppa Pig.

Proprio Peppa Pig, la maialina rosa che ha conquistato milioni di bambini, oggi è la nuova allegoria dell’intolleranza religiosa e dello scontro di civiltà. Come gli orwelliani maiali Napoleon e Palla di Neve rappresentavano la dittatura dei Soviet e i traditori dell’utopia marxista. A dirlo, non è un imam fanatico o qualche svalvolato alla Dieudonnè, ma la prestigiosa e austera Oxford University Press, uno dei principali editori per le scuole del Regno Unito (vende libri in 200 Paesi nel mondo). Che ha deciso di bandire dai manuali scolastici qualsiasi illustrazione di maiali, reali o di fantasia, «al fine di non turbare i piccoli ebrei e musulmani». Non solo: la direttiva impone agli autori di «astenersi dal disegnare o illustrare verbalmente suini e loro derivati», salsicce e wurstel compresi. La ragione è semplice: esportare libri in quanti più Paesi possibili. Insomma, niente di personale con l’innocente Peppa, ma gli affari sono affari e nemmeno il Corano li proibisce. Oh yes.

A questo punto, verrebbe la tentazione di sostituire l’arcifrusto Je suis Charlie con un maialesco e liberatorio Je suis Peppa Pig. Ma sarebbe troppo. O forse no, perché insieme al cartoon, alle costine per il barbecue e il culatello, la fatwa britannica se applicata alla lettera comporterebbe censure a cascata. Il raffinato Calderoli inventore del “Porcellum” e relativa “porcata” rischierebbe l’interdizione a vita, verrebbero sbarrati gli allevamenti e le grandi industrie dei salumi con tanti saluti al prosciutto cotto gran biscotto, il lessico famigliare infestato da gentili perbacco e caspiterina, al posto dei robusti porco qui e porca là. Perché il maiale turba, è un insulto alimentare che affetta i sentimenti delle minoranze religiose. Ma ve li immaginate i due fratelli Kouhachi entrare, kalashnikov spiegati, in una boucherie del IV Arrondissement e tirare granate e bombe a mano su quarti di maiale, rotoli di salamini e frattaglie per la trippa? E poi scappare con una fila di salsicce al collo, a mo’ di cartucciera? Tragicamente ridicolo

Eppure, dopo il presepe e la Messa di Natale, tocca difendere in nome dell’Occidente un cartone animato con le fattezze del suino. A questo ci obbligano i piazzisti di libri di Sua Maestà, tutto Oxford e my God.  Sono loro e non gli islamici a chiederci di ammazzare la Peppa e delle sue “sacrileghe raffigurazioni: l’harakiri con la scimitarra è roba nostra, altro che foreign figther, jihadisti della porta accanto e altre balle da salotto. Ma non è finita qui: nella’oxfordiana black list , insieme ai suini ci sono altri argomenti “tabù” da evitare: la politica, gli alcolici, la religione, le droghe e, naturalmente, il sesso. Beh, tolta tutta ‘sta roba, difficile immaginare cosa resti da leggere nei book: probabilmente solo farfalle o caffè, come profetizzava Milosz, perché chi vorrà occuparsi d’altro “avrà la mano mozzata”. 

A mozzare le nostre mani, insieme alle zampine di Peppa Pig, ci avevano già provato anche animalisti egay gender arcobaleno.  Qualche tempo fa, il presidente dell’associazione animalista Aidaa lanciò un appello ai genitori perché vietassero ai loro bimbi di guardare il cartone. Peppa Pig, diceva il tipo, distorce la realtà, perché fa vedere gli animali felici e non la sorte reale che tocca quotidianamente a milioni di maiali, mucche, oche e anatre e altri animali costretti a vivere in allevamenti intensivi ed uccisi in maniera brutale per l’alimentazione umana. Certo, gli ha risposto un papà, «porto mia figlia di due anni e mezzo al mattatoio per farle vedere come sgozzano gli animali. Poi le spese dello psicologo chi le paga?». Perfetto: tutta la bibbia animal-specista smontata in un tweet di sole 134 parole. E i gay anti Pig?

II caso esplose dopo che uno dei due produttori del cartone, Mark Baker, dichiarò: «Non creeremo personaggi omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre cambiare canale». Scoppio il finimondo. Il Garante inglese delle telecomunicazioni sanzionò la radio che mandò in onda l’intervista e questa chiese subito scusa (Barilla insegna). Pure l’Europa si mise di traverso: la vicepresidente della Commissione, Neelie Kroes, fece saper al mondo che i figli dei suoi amici non avrebbero più guardato il cartone animato.?Anche le varie associazioni di categoria: Gay center, Gaynet Italia, Gaylib lanciarono il boicottaggio di Peppa Pig, con tanto di hashtag e grufolanti blog.  

Finito? Non ancora. Qualche tempo la maialina rosa è finita anche nel mirino di un sito cristiano evangelico, accusata di istigare i bambini alla rivolta “anarco-insurrezionalista”. «Quello che più inquieta», si legge sul sito (clicca qui) è che Peppa Pig e il suo fratellino George amano rotolarsi nel fango. Certo, sono maiali! Ma qui c’è un altro messaggio subliminale. Far diventare i nostri piccoli degli anarco-insurrezionalisti, totalmente indifferenti all’autorità, instigando nelle loro giovani menti candide azioni proibite nel nostro vivere civile, quali appunto lo sporcarsi nelle pozzanghere di fango o l’emettere potenti e fragorosi rutti come fa papà Pig. L’obiettivo cospirazionista ormai appare chiaro». Insomma, dai libri di Oxford alle proteine per gli anarchici di domani: del simpatico maiale Peppa Pig non si butta via proprio niente. E allora tutti in coro: Je suis Peppa Pig e un grugnito vi seppellirà.