Pastorale sempre più arcobaleno
Si moltiplicano dopo Fiducia supplicans le iniziative pastorali per la promozione di omosessualità e transessualità.
Due iniziative proposte in casa cattolica ma non cattoliche. La prima: il gruppo Kairos propone una serie di incontri dal titolo A piccoli passi… Titolo del primo incontro: Pastorale LGBTQ+ ma in che senso?
La seconda iniziativa, promossa dall’Azione cattolica, dal Centro culturale San Rocco e la Tenda di Gionata e dal titolo Strade dell’amore, prevede tre incontri: L’omosessualità nella Bibbia; La scoperta dell’omosessualità nella famiglia; I cammini dei cristiani LGBT+ e dei loro genitori nelle nostre comunità cristiane.
Un paio di riflessioni. È errata la qualificazione cristiani o cattolici o pastorale LGBT o omosessuale, perché i due termini non possono stare insieme dato che l’omosessualità e la transessualità non hanno nulla di naturale e quindi contrastano con la volontà di Dio. Sarebbe sensato, ad esempio e solo per fare un’analogia, parlare di cristiani ladri o di pastorale furtiva?
Seconda riflessione: dopo Fiducia supplicans è ormai completamente tramontata l’idea di avere una pastorale che indichi come verità antropologica l’uscita dall’omosessualità. Le iniziative pastorali di questo tipo servono solo per rafforzare il proprio orientamento omosessuale o il proprio disturbo attinente alla sfera dell’identità sessuale, costringere i fedeli ad accettare ciò che per buon senso rifiuterebbero e permettere a persone omosessuali e transessuali di occupare sempre più ruoli all’interno della Chiesa.