Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
PARLA IL CARDINAL BURKE

«Parole del Papa fuori dal Magistero, i vescovi chiariscano»

Il cardinal Raymond Leo Burke dopo le parole del Papa. «Dichiarazioni prive di ogni importanza magisteriale. Sono opinioni personali di chi le ha rilasciate. Ma è causa di profondo rammarico e di urgente preoccupazione pastorale il fatto che le opinioni di Papa Francesco, non corrispondano al costante insegnamento della Chiesa». Per il porporato americano «lo scandalo e l’errore che causano fra i fedeli cattolici, danno la falsa impressione che la Chiesa Cattolica abbia cambiato rotta su questioni di cruciale importanza».
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Ecclesia 22_10_2020 English Español
Cardinal Burke

I notiziari di tutto il mondo hanno riportato con grande enfasi, come un cambio di rotta, la notizia che Papa Francesco ha dichiarato che le persone nella condizione omosessuale, in quanto figli di Dio, abbiano “diritto di essere in una famiglia” e che “nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo”. Inoltre, hanno scritto che ha dichiarato: “Ciò che dobbiamo fare è una legge sulla convivevnza civile. Hanno diritto a essere protetti legalmente. Io ho difeso questo”. Queste dichiarazioni sono state rilasciate nel corso di un’intervista con Evgeny Afineevsky, regista del documentario Francesco, proiettato in anteprima il 21 ottobre 2020 in occasione del Festival del Cinema di Roma.

Dichiarazioni simili generano un grande smarrimento e sono causa di confusione ed errore fra i fedeli cattolici, dal momento che sono contrarie agli insegnamenti delle Sacre Scritture e della Sacra Tradizione e al recente Magistero tramite il quale la Chiesa custodisce, protegge e interpreta l’intero deposito di fede contenuto nelle Sacre Scritture e nella Sacra Tradizione. Esse sono causa di stupore ed errore riguardo l’insegnamento della Chiesa per le persone di buona volontà che sinceramente vogliono sapere cosa la Chiesa Cattolica insegni. Esse impongono ai pastori delle anime il dovere di coscienza di dare opportuni e necessari chiarimenti.

Prima di tutto, il contesto e l’occasione in cui queste dichiarazioni sono state rilasciate le rendono prive di ogni peso magisteriale. Vanno correttamente interpretate come mere opinioni personali di chi le ha rilasciate. Queste dichiarazioni non vincolano, in alcun modo, la coscienza dei fedeli, che sono invece obbligati ad aderire con obbedienza religiosa a ciò che, sulla materia, viene insegnato dalle Sacre Scritture e dalla Sacra Tradizione e dal Magistero ordinario della Chiesa. In particolar modo, vanno ricordati i seguenti insegnamenti:

1. “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati»” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357; Congregazione per la Dottrina della Fede, Persona humana, Alcune questioni di etica sessuale, n. VIII .[1]) in quanto contrari alla legge naturale, chiusi al dono della vita, e privi di una vera complementarietà affettiva e sessuale. Perciò, non possono essere approvati.

2. Le tendenze particolari e a volte profondamente radicate di persone, uomini e donne, nella condizione omosessuale, che sono per loro una prova, sebbene in sé non costituiscano un peccato, ciononostante rappresentano una inclinazione oggettivamente disordinata. (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2358; Congregazione per la dottrina della Fede, Homosexualitatis problema, “Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali” n.3 .[2]). Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza, evitando ogni ingiusta discriminazione. La fede cattolica insegna al fedele a odiare il peccato ma ad amare il peccatore.

3. I fedeli e, in particolare, i politici cattolici sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, n.10[3]). Il diritto di formare una famiglia non è un diritto privato da rivendicare, ma deve corrispondere al piano del Creatore che ha fatto l’essere umano nella differenza sessuale, “maschio e femmina li creò” (Gen. 1, 27), perciò chiamando gli esseri umani, maschi e femmine, alla trasmissione della vita. “Poiché le coppie matrimoniali svolgono il ruolo di garantire l'ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico, il diritto civile conferisce loro un riconoscimento istituzionale. Le unioni omosessuali invece non esigono una specifica attenzione da parte dell'ordinamento giuridico, perché non rivestono il suddetto ruolo per il bene comune” (Ibidem, n. 9[4]). Parlare di una unione omosessuale negli stessi termini di una unione coniugale degli sposi è, di fatto, profondamente fuorviante perché non può esservi una simile unione fra persone dello stesso sesso. Per quanto riguarda l’amministrazione della giustizia, le persone nella condizione omosessuale, come tutti i cittadini, possono sempre ricorrere al diritto comune per tutelare i loro diritti personali.

E’ causa di profondo rammarico e di urgente preoccupazione pastorale il fatto che le opinioni personali riportate con così tanta enfasi e attribuite a Papa Francesco, non corrispondano al costante insegnamento della Chiesa, così come è espresso nelle Sacre Scritture e nella Sacra Tradizione e come è custodito, protetto e interpretato dal Magistero. Altrettanto triste e preoccupante è l'agitazione, la confusione e l’errore che esse causano fra i fedeli cattolici, così come lo scandalo che provocano, in generale, dando la falsa impressione che la Chiesa Cattolica abbia cambiato rotta, cioè abbia cambiato i suoi perenni insegnamenti su questioni così fondamentali e di cruciale importanza.

 

[1] “... suapte intrinseca natura esse inordinatos.” Sacra Congregatio pro Doctrina Fidei, Declaratio, Persona humana, “De quibusdam quaestionibus ad sexualem ethicam spectantibus,” 29 Decembris 1975, Acta Apostolicae Sedis 68 (1976) 85, n. 8. English translation: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19751229_persona-humana_en.html, p. 5, VIII.

[2] Cf. Congregatio pro Doctrina Fidei, Epistula, Homosexualitatis problema, “Ad universos catholicae Ecclesiae episcopos de pastorali personarum homosexualium cura,” 1 Octobris 1986, Acta Apostolicae Sedis 79 (1987) 544, n. 3. English translation: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19861001_homosexual-persons_en.html, pp. 1-2, no. 3.

[3] Congregatio pro Doctrina Fidei, Nota, Diverse quaestioni concernenti l’omosessualità, “De contubernalibus eiusdem sexus quoad iuridica a consectaria contubernii,” 3 Iunii 2003, Acta Apostolicae Sedis 96 (2004) 48, n. 10. English translation: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20030731_homosexual-unions_en.html, pp. 5-6, no. 10.    

[4] “Poiché le coppie matrimoniali svolgono il ruolo di garantire l’ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico, il diritto civile conferisce loro un riconoscimento istituzionale. Le unioni omosessuali invece non esigono una specifica attenzione da parte dell’ordinamento giuridico, perché non rivestono il suddetto ruolo per il bene comune.” Ibid., 47, n. 9. English translation: Ibid., p. 5, no.