Papa Leone cita i due Benedetti a San Paolo fuori le mura
Prima visita da Pontefice nella Basilica Ostiense per Prevost, che ieri ha pregato sul sepolcro dell'Apostolo delle genti. Oggi la prima udienza generale in Piazza San Pietro.

Al momento in cui scriviamo Leone XIV sta concludendo la sua prima udienza generale in Piazza San Pietro. Prevost ha visitato ieri la Basilica di San Paolo fuori le mura per la prima volta da Pontefice, pregando sul sepolcro dell'Apostolo delle Genti. La prossima "tappa" dell'inizio del pontificato (inaugurato solennemente con la Messa di domenica scorsa) sarà domenica con la presa di possesso della Cattedrale romana, San Giovanni in Laterano, seguita poi dalla visita a Santa Maria Maggiore.
Leone XIV è giunto nel pomeriggio nella Basilica Ostiense, accolto dal cardinale arciprete James Michael Harvey e dall'abate Donato Ogliari. Dopo la proclamazione di un brano della Lettera ai Romani, il Papa ne ha esposto i «tre grandi temi: la grazia, la fede e la giustizia» e ha affidato «all'intercessione dell'Apostolo delle genti l'inizio di questo nuovo Pontificato». Leone evoca un parallelismo tra Paolo e Agostino circa la «grazia della chiamata»: come per Paolo «il suo incontro con Cristo e il suo ministero sono legati all'amore con cui Dio lo ha preceduto, chiamandolo ad un'esistenza nuova mentre era ancora lontano dal Vangelo e perseguitava la Chiesa». Un'esperienza vissuta similmente da Saulo/Paolo e poi da Agostino, chiamato anche lui quando era lontano dal Vangelo.
«Questa Basilica da secoli è affidata alla cura di una Comunità benedettina. Come non ricordare, allora, parlando dell’amore come fonte e motore dell'annuncio del Vangelo, gli insistenti appelli di San Benedetto, nella sua Regola, alla carità fraterna nel cenobio e all'ospitalità verso tutti?», ha chiesto il Papa, evocando poi «le parole che, più di mille anni dopo, un altro Benedetto, Papa Benedetto XVI, rivolgeva ai giovani: "Cari amici – diceva – Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto […]. All’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio", e la fede ci porta ad "aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio"».