Papa Francesco operato. Ed è già pronto a ripartire
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Papa Francesco, ieri, non ha rinunciato all'udienza generale e a tutti i suoi impegni, nonostante per il giorno stesso fosse fissato l'intervento all'addome, al Gemelli. L'operazione, seguito dell'intervento precedente, è andata bene. E la seconda parte dell'estate è fitta di impegni.
Che il Papa non sia un paziente facile - come ha riconosciuto il medico argentino Nelson Castro con cui ha scritto un libro intervista sulla salute - lo ha dimostrato di nuovo ieri mattina. In piazza San Pietro per l'udienza generale, Francesco non ha rinunciato al saluto dei fedeli in jeep e poi al baciamano con un gruppo di vescovi e la delegazione della manifestazione The Ocean Race. Eppure poche ore dopo era già fissato il suo trasferimento al Policlinico Gemelli per una delicata operazione all'addome.
Nonostante il fatto fosse di dominio pubblico in quanto annunciato ufficialmente dalla Sala Stampa della Santa Sede, Bergoglio ha scelto di non farne alcuna menzione nella catechesi e nei saluti. Nella mattinata, aveva fatto in tempo a ricevere anche il cardinale filippino Luis Antonio G. Tagle e un altro ospite. Nessun riposo, dunque, prima di arrivare in macchina al Gemelli poco dopo le 11 e prepararsi ad un intervento che è seguito agli accertamenti clinici a cui si era sottoposto martedì e che potrebbero essere stati una sorta di pre-ricovero. L'ok definitivo a finire sotto i ferri l'ha dato proprio lui, il Papa ed è stato sempre lui a decidere che si sarebbe tenuto ieri. A tormentarlo da tempo il dolore per un laparocele incarcerato lungo una vecchia cicatrice di una precedente operazione chirurgica. Non è insolito che questi laparoceli post-operatori comincino improvvisamente a provocare dolore addominale ed è piuttosto frequente che ciò avvenga in soggetti obesi o in sovrappeso. Il laparocele incarcerato è una complicazione del laparocele che si registra quando l’apporto di sangue alla parte erniata non basta per il passaggio dell'ossigeno e fa correre al paziente il rischio dell'occlusione intestinale.
Nel corso di un punto stampa al Gemelli svoltosi nel tardo pomeriggio, l'autore dell'operazione, il professore Sergio Alfieri, ha spiegato che sul Papa "è stata eseguita la riparazione del difetto erniario mediante una plastica della parete addominale con l'ausilio di una rete protesica". Il chirurgo ha anche rassicurato sulla benignità della patologia di cui soffre l'illustre paziente ed ha escluso altre malattie. L'intervento ha richiesto l'anestesia generale, una procedura che Bergoglio avrebbe preferito evitare su di sé. Era stato lui stesso ad ammetterlo quasi un anno fa di ritorno dal Canada quando aveva escluso la possibilità di operarsi al ginocchio per risolvere il problema della gonalgia che gli crea non poche difficoltà di deambulazione. In quell'occasione aveva parlato ai giornalisti accreditati delle sei ore di anestesia per l'intervento al colon sostenendo come ci fossero ancora tracce sul suo corpo. "Non si gioca, non si scherza con l’anestesia" aveva detto Bergoglio, ma il dolore provocato dall'ernia addominale deve essere stato troppo e deve averlo convincere a finire di nuovo sotto i ferri per tre ore.
L'operazione è andata bene e non ha avuto complicazioni, ha fatto sapere la Sala Stampa della Santa Sede. Il professor Alfieri - che lo aveva già operato nell'estate del 2021 - ha anche rivelato che il Papa al risveglio era già vigile al punto da scherzare con lui chiedendogli "quando facciamo la terza?". Ma il chirurgo ha anche ricordato che Francesco è un uomo di 86 anni a cui ha consigliato di non fare sforzi. Al termine del periodo di degenza nel Policlinico romano che dovrebbe essere tra i cinque ed i sette giorni, il Papa è atteso da una seconda parte d'estate già fitta di impegni. C'è la GMG di Lisbona ad inizio agosto, poi il viaggio nella lontana Mongolia e a seguire anche la tappa a Marsiglia. Vedremo se Francesco si riposerà almeno a luglio, pur rimanendo sempre a Santa Marta come ha fatto dal 2013 ad oggi anziché trasferirsi nella residenza di Castel Gandolfo come facevano i suoi predecessori anche per ricaricare le pile e staccare un po' dal caldo romano.