Papa e vescovi a porte chiuse? Ombre sulla versione della Santa Sede
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Secondo testimonianze raccolte dalla Bussola, l'incontro in cui il Papa ai vescovi italiani ha parlato di «aria di frociaggine» non sarebbe stato a porte chiuse, come riferito dal comunicato della Sala Stampa vaticana. Ma ci sarebbero stati anche preti e laici, fra cui alcuni giornalisti, invitati a rimanere proprio dal Papa.
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Non si placano polemiche ed ironie sullo scoop di Dagospia che lunedì scorso ha rivelato i clamorosi contenuti di una ramanzina fatta dal Papa ai vescovi italiani, durante l'assemblea generale della Cei, ai quali ha detto che «nella Chiesa c'è troppa aria di frociaggine». Le reazioni a questa rivelazione fatta dal sito di Roberto D'Agostino hanno costretto la Sala Stampa della Santa Sede a diffondere ieri un comunicato stampa per correre ai ripari. Il direttore Matteo Bruni ha voluto precisare che Francesco «è al corrente degli articoli usciti di recente circa una conversazione, a porte chiuse, con i vescovi della CEI» aggiungendo che «il Papa non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi per l’uso di un termine, riferito da altri».
Da un lato, quindi, un'ammissione di colpa con le scuse formulate da Bergoglio per le parole che hanno provocato sorpresa, ma anche indignazione e delusioni in diversi ambiti. Dall'altra la puntualizzazione sul fatto che il contesto in cui le parole sono state pronunciate fosse «a porte chiuse».
Trattandosi di un incontro in occasione dell'assemblea generale della Cei, subito si è pensato ad una vendetta di qualche vescovo italiano ostile al Papa che ha fatto filtrare quelle imbarazzanti parole all'esterno. L'espressione «a porte chiuse» utilizzata da Bruni lascia suggerire l'esistenza dell'ennesimo corvo tra i presuli italiani e quindi un vincolo di riservatezza tradito.
In realtà, in base a quanto apprende La Nuova Bussola Quotidiana, le cose sarebbero andate diversamente: chi era presente all'ormai famoso sfogo di Bergoglio, infatti, ha raccontato che non c'erano solo vescovi. All'intemerata di Francesco, infatti, sarebbero stati presenti anche diversi preti e laici, tra i quali anche alcuni giornalisti. Ma non finisce qui: la fonte ci ha spiegato che nonostante queste persone non autorizzate fossero state invitate ad uscire, sarebbe stato proprio il Papa ad invitarli a rimanere dentro e dunque ad assistere allo scambio con i vescovi italiani.
Questa versione che riportiamo in anteprima contraddice quanto affermato nel comunicato stampa della Santa Sede che parla di «porte chiuse». Il riferimento di una «conversazione a porte chiuse» ha dato l'idea di una coltellata alle spalle rifilata al Papa dall'episcopato italiano, mai amato dal Pontefice argentino. Ma le cose stanno veramente così? Sicuramente i vescovi italiani non hanno apprezzato l'ennesimo e inaspettato rimprovero papale, questa volta sulla questione degli omosessuali nei seminari ma potrebbe non essersi trattato di un corvo con la porpora.
In effetti, sebbene già poche ore dopo l'incontro per l'assemblea generale della Cei fosse filtrata da fonti ecclesiastiche anche alla Nuova Bussola l'indiscrezione di un Papa a briglie sciolte, per una settimana le bocche sono rimaste rigorosamente cucite probabilmente con l'intento di non danneggiare la Chiesa e preservare la riservatezza di quel colloquio. Ma, come apprendiamo ora e contrariamente a quanto lascia suggerire il comunicato della Santa Sede, sembra che le porte di quella conversazione non fossero poi così chiuse e pare proprio per volere del Papa.
Francesco, inoltre, acconsentendo alla presenza di soggetti diversi dai vescovi italiani non si sarebbe preoccupato troppo che la sferzata sulla "troppa frociaggine" potesse filtrare all'esterno, al di fuori di chi, forse non amandolo ma comunque rispettando l'istituto, è tenuto ad avere senso ecclesiale.