Pakistan. A dieci anni dal sacrificio di Akash Bashir
Ha dato la vita per salvare centinaia di fedeli ed è stato ricordato con una Messa celebrata alla presenza di migliaia di persone

A Lahore, in Pakistan, migliaia di persone hanno partecipato a una Messa celebrata il 15 marzo per commemorare il sacrificio di Akash Bashir nel decimo anniversario della sua morte. Aveva 21 – ricorda l’agenzia di stampa AsiaNews – “aveva ricevuto la sua istruzione presso il Don Bosco Technical Institute di Lahore. Era uno studente esemplare, animato da una profonda passione per il servizio agli altri. Akash si era dedicato al volontariato, entrando a far parte del gruppo dedito alla sicurezza della chiesa di San Giovanni”. Il 15 marzo del 2015 era di servizio quando un attentatore suicida cercò di entrare nella chiesa cattolica di San Giovanni in quel momento gremita di fedeli. Akash riuscì a impedirglielo. L’attentatore si fece comunque esplodere sul sagrato e Akash perse la vita insieme a lui salvando quella di oltre 800 fedeli. Per fermarlo lo aveva afferrato, abbracciandolo. “Morirò, ma non lascerò che tu entri” furono le sue ultime parole. Il Vaticano ha approvato l'apertura della causa di beatificazione per il suo martirio e dal 31 gennaio 2022 è stato riconosciuto come servo di Dio, il primo del Pakistan. Il suo ricordo è vivo nel cuore di tanti fedeli. “Akash Bashir ha sacrificato la propria vita contro l’estremismo e il terrorismo – dice di lui padre Khalid Rashid Asi, parroco di Jaranwala – per questo ha guadagnato grande rispetto nel cuore di tutti i cristiani ed è ammirato anche da molte altre persone”. Padre Lazar Aslam, sacerdote cappuccino francescano, lo conferma: “la vita di Akash Bashir è un esempio di fede anche per le altre religioni. La gente ammira e apprezza il suo sacrificio. Egli ha vissuto e si è donato per il popolo di Dio, sacrificando la propria vita per proteggere i credenti che erano venuti a pregare in chiesa. Rappresenta un grande esempio per tutte le denominazioni cristiane e per le persone di ogni altra fede”.