Padre Julio Meinvielle a 50 anni dalla morte
Il prossimo 2 agosto ricorrono 50 anni dalla morte di padre Julio Meinvielle, una figura di altissima importanza per la Dottrina sociale della Chiesa. Padre Meinvielle è stato sacerdote diocesano di Buenos Aires, Argentina, parroco di numerose iniziative pastorali e intellettuale molto attivo, nella scuola del Magistero della Chiesa e di San Tommaso d’Aquino. Per tutta la vita esercitò un intenso apostolato intellettuale: autore di numerosi saggi e strenuo conferenziere, raggruppava ogni settimana giovani studenti per lo studio della Somma di Teologia di San Tommaso, fu co-fondatore della Università Cattolica Argentina, della Società tomista argentina e dell’Istituto di Filosofia pratica. Molte delle sue opere sono oggi rieditate e ripubblicate in diverse lingue.
Si è occupato innanzitutto di filosofia e teologia della politica. Magistrale è la sua Concezione cattolica della Politica (1932). Segnaliamo qui anche Concezione cattolica dell’economia (1936), poi rielaborato in Concetti fondamentali dell’economia (1953). Nell’ambito della teologia della storia ha analizzato, a partire dal compito dell’edificazione della Cristianità, i fenomeni delle rivoluzioni anticristiane in Occidente. Sorsero così i suoi saggi: I tre popoli biblici nella loro lotta per la dominazione del mondo (1937), L’ebreo nel mistero della storia (1937), Cosa ne verrà fuori dalla Spagna che sanguina (1937), Tra la Chiesa e il Reich (1937), Verso la Cristianità (1940), Il comunismo nella rivoluzione anticristiana (1961), Il potere distruttivo della dialettica comunista (1962).
Rilevante fu la sua polemica contro il personalismo politico di Jacques Maritain. Pubblicò i suoi saggi Da Lamennais a Maritain (1945) e Critica della concezione di Maritain sulla persona umana (1948) e lo scambio epistolare sull’argomento: Corrispondenza con il Padre Garrigou-Lagrange a proposito di Lamennais e Maritain (1947) e Risposta a due lettere di Maritain al R. P. Garrigou-Lagrange (1948).
Intervenne anche per denunciare il panteismo gnostico evoluzionista di Pierre Teilhard de Chardin con La cosmovisione di Teilhard de Chardin (1960) e Teilhard de Chardin o la religione dell’evoluzione (1966) e la gnosi hegeliana del pensiero del più noto dei teologi progressisti, Karl Rahner. La preoccupazione per la retta interpretazione del Magistero lo portò a pubblicare La Ecclesiam suam e il progressismo cristiano (1964); Riguardo al progressismo cristiano (1964) e, appena finito il Concilio Vaticano II, La dichiarazione conciliare sulla libertà religiosa e la dottrina tradizionale (1966) e il suo importante libro La Chiesa e il mondo moderno (1966), dove spiega il Concilio come atto di misericordia della Chiesa verso l’umanità contemporanea e denuncia ampiamente e in dettaglio le già insorgenti mistificazioni interpretative.
L’ultimo suo libro, il più importante e monumentale, Dalla cabala al progressismo (1970), analizza tutto il percorso storico del pensiero gnostico-monista contrapposto al realismo cattolico. Espone così la matrice gnostica dell’insorgenza di tanti errori nella teologia contemporanea, e più sistematicamente in Teilhard e Rahner.
In occasione del cinquantenario della sua morte, il professore padre Arturo Ruiz Freites IVE ha pubblicato un agile volumetto che ne tratteggia la figura in tutti i suoi aspetti: El coraje de la Verdad. Padre Julio Meinvielle (1905-1973).